Una storia che ha resistito per secoli, il Sacello di Sabucina e la verità poco conosciuta

A Sabucina, un sacello in terracotta svela un tempietto votivo del VI sec a.C., esempio straordinario di cultura sicana ed ellenizzazione.

A cura di Redazione
26 luglio 2025 11:00
Una storia che ha resistito per secoli, il Sacello di Sabucina e la verità poco conosciuta - Foto: Davide Mauro/Wikipedia
Foto: Davide Mauro/Wikipedia
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Nel cuore della provincia di Caltanissetta, il sito archeologico di Sabucina custodisce un tesoro poco noto ma di straordinaria importanza: il Sacello di Sabucina, un modellino templare in terracotta risalente al VI secolo a.C. Rinvenuto nella necropoli del villaggio sicano-ellenizzato, questo manufatto rappresenta con eccezionale precisione architettonica un tempietto prostilo, imitando i modelli greci, ma stylizzato dalle tradizioni locali. Conservato nel Museo Archeologico Regionale di Caltanissetta, il sacello racconta la storia di una Sicilia che si trasformava, assorbendo e reinterpretando influenze culturali, religiose e artistiche.

Il sacello: un capolavoro votivo tra ricerca e fascino

Scoperto negli anni Sessanta durante gli scavi nella necropoli di Sabucina, il sacello è una piccola riproduzione architettonica in terracotta, alta circa 30 cm, con pronao prostilo, tetto spiovente e una decorazione acroteriale straordinaria: due figure equestri e maschere gorgoniche sul timpano, simboli di protezione e forza divina. Non si tratta di un semplice ornamento: il modellino doveva essere un oggetto votivo, probabilmente collocato su una montagna sacra o all’interno di un’area cultuale, come suggerisce la tradizione religiosa sicana.

L’opera testimonia un fascino primordiale per l’arte greca, ma anche una reinterpretazione autonoma: la struttura del tempietto, pur ricorda modelli della Grecia arcaica, mostra un’italica ibridazione, con proporzioni non perfettamente equilibrate e una resa stilistica semplice ma affascinante . Accompagnava le sepolture di Sabucina, villaggio stratificatosi dal Bronzo al periodo arcaico, unendo religione, arte e simbologia.

Oggi il sacello è esposto nel Museo Archeologico Regionale di Caltanissetta, nella sezione dedicata a Sabucina, con un’accurata riproduzione tattile per non vedenti e un apparato didattico che ne spiega la genesi, la struttura e la funzione in una società in trasformazione.

Curiosità

Tra i dettagli più affascinanti, il sacello conserva le antefisse gorgoniche, antiche maschere di protezione, sopravvissute a scavi iniziati per salvare il sito dal degradamento dovuto a una cava vicina: senza l’intervento dell’Associazione Archeologica Nissena negli anni Sessanta, questo gioiello sarebbe andato perduto. Oggi, ciò che resta è un modello votivo che ci parla di culto, identità e strategie espressive. La presenza delle figure equestri acroteriali fa ipotizzare legami con divinità guerriere o solari, forse dio-eroi locali assimilati a divinità greche.

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