Gela. Stanno lavorando alla costruzione della coalizione di centrodestra in vista delle prossime amministrative e da settimane ormai non fanno mistero di volersi conquistare il ruolo da leader dell’alleanza esprimendo il candidato a sindaco.
Fratelli d’Italia sembrerebbe già lanciato con largo anticipo verso la conquista di Palazzo di Città, ma il percorso verso le amministrative della primavera del 2024 pare tutt’altro che in discesa.
Il partito dei meloniani in città negli ultimi anni ha raccolto diverse anime, spesso non troppo in sintonia tra di loro, ecco perché nella naturale scelta del possibile candidato a sindaco, in Fratelli d’Italia i nomi sarebbero più di uno.
Si inizia inevitabilmente col coordinatore cittadino Salvatore Scuvera. Sembrava dovesse essere il candidato naturale dei meloniani alla poltrona da primo cittadino, forte anche di una investitura alle scorse Regionali dove perse il seggio sul filo di lana, appena dietro all’attuale deputato Giuseppe Catania.
Ma è proprio sull’asse Scuvera – Catania che si gioca la nomination dell’attuale coordinatore locale. C’è infatti in ballo un ricorso al Tar sulla incompatibilità del parlamentare di Mussomeli che, al momento della sua elezione era già presidente della Srr nord oltre che primo cittadino del suo comune. Un cumulo di cariche che in passato ha già determinato precedenti analoghi, sempre con relativi ricorsi amministrativi e che di fatto potrebbe aprire a Scuvera le porte dell’Ars, con la conseguente rinuncia alla sua eventuale corsa a Palazzo di Città.
Subito dietro alla candidatura sub iudice di Scuvera, sarebbe invece corsa a quattro tra il gruppo dei consiglieri comunali.
Ad oggi tutto il gruppo consiliare avrebbe espresso la disponibilità a correre per la sindacatura con una griglia iniziale che vedrebbe leggermente più avvantaggiati l’ex Liberamente Vincenzo Casciana e il capogruppo Salvatore Scerra, che già da un po’ in aula si è ritagliato il ruolo di opposizione intransigente nei confronti dell’attuale amministrazione.
Un po’ più indietro, ma non di molto, gli altri due consiglieri Pierpaolo Grisanti e il neo entrato Ignazio Raniolo.
Non è sicuramente fuori dalla corsa neanche l’ex consigliera Sandra Bennici che, dopo le dimissioni legate alla vicenda giudiziaria ancora in fieri, che la vede coinvolta insieme allo stesso Scerra, ha tessuto in silenzio rapporti solidi con i vertici regionali e nazionali del partito ed attualmente è responsabile provinciale degli Enti Locali e vice coordinatrice provinciale del partito.
Sia per lei che per Scerra l’ipotesi della candidatura ad oggi sembra tutt’altro che tramontata ma tutto dipenderà dalla Spada di Damocle togata dei prossimi mesi.
Rimanendo sulle candidature in rosa, nelle ultime settimane ha preso quota un nome storico per la destra gelese. Tra i papabili sindaci meloniani sarebbe infatti spuntato il nome dell’avvocato Angela Galioto, già esponente di spicco di An e che ha già ricoperto il ruolo di vice presidente del Consiglio comunale in città. Una figura con solida esperienza amministrativa e politica e che piacerebbe molto agli ambienti della Destra storica del partito.
Rimanendo nell’ambito delle suggestioni, dal cilindro potrebbe spuntare un altro nome che ha scritto pagine di storia politica gelese, l’ex deputato di Forza Italia, l’avvocato Giacomo Ventura, anche lui con una solida esperienza alle spalle e con un lungo curriculum politico ed amministrativo.
Tra gli outdsìder anche una novità per il panorama politico locale, l’avvocato Tommaso Vespo, da tempo vicino agli ambienti meloniani.
Ultimo ma non in ordine di importanza anche il dirigente provinciale Rosario Emmanuello che nelle ultime settimane pare sia stato molto attivo nel tessere dialoghi con le forze civiche cittadine.
Una poltrona per dieci candidati dunque, un bel nodo non certo facile da sciogliere per i meloniani che, se davvero intendono guidare con autorevolezza la coalizione di un centrodestra storicamente abituato a sfaldarsi sulla linea del traguardo, dovranno prima risolvere le tensioni interne e trovare la quadra. Intanto il tempo stringe.
Mi avvalgo della facoltà di non commentare.