Gela. Una telefonata inopportuna e una serie di presunti epiteti e offese, tutte rivolte alla madre di una tredicenne, che era da poco morta, trovata senza vita all’interno della sua camera. I pm della procura minorile di Caltanissetta hanno chiesto la condanna a tre mesi di reclusione per due giovanissimi, che sarebbero stati gli ideatori del macabro scherzo. Sono chiamati a rispondere di molestie telefoniche. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due, pur sapendo della tragica fine della tredicenne, telefonarono alla madre, subito dopo la morte, chiedendo di poter parlare con la ragazza. Una telefonata che sarebbe stata accompagnata da una serie di epiteti, subito segnalata dalla famiglia della giovanissima morta. L’accusa, così, ha chiesto di confermare le contestazioni.
La telefonata. I due, però, attraverso i legali di fiducia, gli avvocati Gloria Iannizzotto e Dionisio Nastasi, si sono sempre difesi, escludendo di non aver voluto scherzare sulla morte della ragazza. Si sarebbe trattato solo di un errore. Negli scorsi mesi, hanno rinunciato alla possibilità della messa alla prova, attraverso lo svolgimento di attività sociali, proprio per cercare di dimostrare la loro innocenza davanti ai giudici. Le difese puntano sulle relazioni favorevoli redatte da esperti che hanno avuto modo di valutare gli imputati. Per i pm, però, vanno condannati. Nel procedimento, parte offesa è la famiglia della ragazza morta, che ha seguito il procedimento con l’avvocato Salvo Macrì. In aula, si tornerà ad aprile e saranno i loro difensori ad esporre le conclusioni.