Una donna denuncia: “Sono stata violentata da un mio amico”

 
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Gela. Doveva essere un invito a cena nell’intimità delle quattro mura domestiche. Lui ha frainteso i sorrisi della padrona di casa lasciandosi trasportare in un mondo surreale.

Ha abusato di lei, una donna di mezza età e dipendente ospedaliera, pensando solo al suo sfogo fisico. A testa bassa è andato avanti, incurante anche degli inutili tentativi della donna di svincolarsi dalle sue braccia. Quando ha compreso che quell’amico era diventato il suo aggressore, era ormai troppo tardi. La sua casa si è presto trasformata in un luogo poco sicuro tanto da rendere la donna vulnerabile anche di fronte alla violenza sessuale. Con una forza inaudita, il suo aggressore non solo è riuscito a costringerla ad assecondare il suo desiderio carnale ma le ha causato delle lesioni interne profonde. Avrebbe smesso solo a raggiungimento del suo piacere. Senza nessuna premura o ripensamento ha voltato le spalle alla donna affranta e incredula per quello che aveva subito, chiudendo la porta dell’appartamento degli orrori ma solo dopo essersi comodamente ricomposto. La malcapitata si è recata in ospedale, dove lavora da sempre, ma da paziente. Ha riferito i dettagli dell’accaduto agli amici medici. Ha ammesso di avere subito una violenza sessuale proprio tra le quattro mura domestiche. Una violenza confermata anche dal personale sanitario costretto, dai dolori all’addome lamentati dalla donna, a sottoporla a una mirata visita ginecologica. Anche in questa circostanza sarebbero stati evidenziati tutti i segni della violenza, sottolineati dalle ecchimosi e lacerazioni interne. La segnalazione dell’abuso sessuale è finita nelle mani della procura che farà luce sulla vicenda. Sono stati i medici dell’unità operativa di Pronto soccorso a contattare i carabinieri del locale reparto territoriale dopo avere appreso gli esiti della consulenza ginecologica. La donna, in verità, si è sottoposta alle cure mediche per ben due volte nello stesso giorno. Sono stati i dolori al basso ventre a convincerla di tornare in ospedale. Adesso spetta agli inquirenti ricostruire l’esatta dinamica e la veridicità della violenza sessuale denunciata dalla donna. 

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