Un viaggio che nessuno ha mai fatto prima: l’Area Archeologica di Sofiana e l'antico ritrovamento del 2005
A Mazzarino, l’Area Archeologica di Sofiana rivela una stazione romana, terme paleocristiane e un segreto epigrafico incredibile.

Nel cuore dell’entroterra nisseno, l’Area Archeologica di Sofiana, nota anche come Philosophiana, custodisce una storia realmente affascinante. Situata nella contrada Sofiana di Mazzarino, era originariamente una statio romana – una stazione di posta lungo la via Catania‑Agrigento citata nell’“Itinerarium Antonini” – che accolse viaggiatori e greggi. Scavi condotti dagli anni ’50 in poi hanno portato alla luce un vero e proprio microcosmo: domus gentilizie, terme del III‑IV secolo, una basilica paleocristiana con necropoli, iscrizioni greche paleocristiane e tracce di frequentazione fino al XIII secolo.
Un viaggio tra terme, basiliche e cronache millenarie
L’abitato di Sofiana nacque probabilmente in età greca, ma con l’avvento di Augusto divenne una vera e propria statio romana, attiva tra I secolo a.C. e IV d.C. . La scoperta più spettacolare? Un complesso termale datato 320‑330 d.C., con struttura perfettamente identificabile, pavimenti, mura e una lastra in pietra arenaria recante iscrizione ebraica (probabile phylacterion), simbolo della presenza ebraica nell’area. Accanto, una basilica paleocristiana a tre navate con necropoli circostante conferma l’uso sacro dell’area in età tardoantica e bizantina.
Nel corso dei secoli, Sofiana si trasformò: da statio a insediamento autonomo, fino all’abbandono intorno al XIII secolo quando l’attenzione si spostò verso il borgo fortificato di Mazzarino. Da allora, il sito è stato oggetto di campagne di scavo sporadiche, riprese regolarmente tra il 2009 e oggi nell’ambito del “Philosophiana Project”.
Curiosità
Durante gli scavi del 2005 è stata ritrovata una copertura in pietra con iscrizione greca, riutilizzata nelle terme come copertura di un forno (praefurnium). Le lettere incise, di difficile interpretazione, sembrano recitare un nome sacro o magico: “Iouôa lavarne”, con eco di un enigma rituale risalente al IV secolo. Un messaggio millenario inciso nella pietra, che ancora oggi affascina archeologi e visitatori.