Un viaggio che nessuno ha mai fatto prima: l’Area Archeologica di Sofiana e l'antico ritrovamento del 2005

A Mazzarino, l’Area Archeologica di Sofiana rivela una stazione romana, terme paleocristiane e un segreto epigrafico incredibile.

A cura di Redazione
27 luglio 2025 19:00
Un viaggio che nessuno ha mai fatto prima: l’Area Archeologica di Sofiana e l'antico ritrovamento del 2005 - Foto: Davide Mauro/Wikipedia
Foto: Davide Mauro/Wikipedia
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Nel cuore dell’entroterra nisseno, l’Area Archeologica di Sofiana, nota anche come Philosophiana, custodisce una storia realmente affascinante. Situata nella contrada Sofiana di Mazzarino, era originariamente una statio romana – una stazione di posta lungo la via Catania‑Agrigento citata nell’“Itinerarium Antonini” – che accolse viaggiatori e greggi. Scavi condotti dagli anni ’50 in poi hanno portato alla luce un vero e proprio microcosmo: domus gentilizie, terme del III‑IV secolo, una basilica paleocristiana con necropoli, iscrizioni greche paleocristiane e tracce di frequentazione fino al XIII secolo.

Un viaggio tra terme, basiliche e cronache millenarie

L’abitato di Sofiana nacque probabilmente in età greca, ma con l’avvento di Augusto divenne una vera e propria statio romana, attiva tra I secolo a.C. e IV d.C. . La scoperta più spettacolare? Un complesso termale datato 320‑330 d.C., con struttura perfettamente identificabile, pavimenti, mura e una lastra in pietra arenaria recante iscrizione ebraica (probabile phylacterion), simbolo della presenza ebraica nell’area. Accanto, una basilica paleocristiana a tre navate con necropoli circostante conferma l’uso sacro dell’area in età tardoantica e bizantina.

Nel corso dei secoli, Sofiana si trasformò: da statio a insediamento autonomo, fino all’abbandono intorno al XIII secolo quando l’attenzione si spostò verso il borgo fortificato di Mazzarino. Da allora, il sito è stato oggetto di campagne di scavo sporadiche, riprese regolarmente tra il 2009 e oggi nell’ambito del “Philosophiana Project”.

Curiosità

Durante gli scavi del 2005 è stata ritrovata una copertura in pietra con iscrizione greca, riutilizzata nelle terme come copertura di un forno (praefurnium). Le lettere incise, di difficile interpretazione, sembrano recitare un nome sacro o magico: “Iouôa lavarne”, con eco di un enigma rituale risalente al IV secolo. Un messaggio millenario inciso nella pietra, che ancora oggi affascina archeologi e visitatori.

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