“Un vertice al ministero per valutare esiti protocollo di intesa”, sindacati: “Su investimenti basta alibi”

 
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Gela. Tornano a chiederlo ufficialmente. Serve un incontro al Ministero dello sviluppo economico per tracciare gli esiti del protocollo di intesa di cinque anni fa. Le segreterie provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, dopo un nuovo round di verifiche con i manager del gruppo Eni, hanno cercato di tirare un bilancio, che non è del tutto favorevole. Rimangono diverse incertezze sugli investimenti del cane a sei zampe, spesso azzoppati da una burocrazia autorizzativa che mette in crisi anche gli assetti occupazionali. “Particolare attenzione è stata posta alle perforazioni, all’esplorazione, alla cantierizzazione e costruzione della piattaforma a terra, con particolare riferimento alla questione del rilascio della proroga Via, con tutti i risvolti negativi per i ritardi nelle attività di cantierizzazione del progetto – dicono i segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania – se da un lato si sollecitano le istituzioni e il governo a velocizzare gli iter autorizzativi, è necessario nel contempo che Eni metta in campo i lavori già appaltati, continuando ad assegnare le successive gare prossime alla scadenza, per fare in modo di evitare che il cronoprogramma delle attività possa subire ulteriori ritardi, aprendo così una grave crisi occupazionale”. Per i sindacati, sia il governo nazionale che quello regionale hanno il dovere di intervenire. A livello locale, le preoccupazioni si estendono ad un netto calo di produzione, nel settore coperto da Enimed. “Estrema preoccupazione è emersa in tema di produzione e sfruttamento dei giacimenti di petrolio esistenti – continuano – essendo pozzi datati, necessitano di manutenzioni continue. Solo così potranno garantire un’adeguata produzione di barili giornalieri. Nell’arco di un decennio, si è passati da una produzione di 20.000 barili giorno a soli 12.000”.

Diventa fondamentale in questo senso, la garanzia delle manutenzioni e del rispetto degli accordi assunti. “Bisogna nell’immediato mettere mano agli investimenti in merito proprio ai pozzi petroliferi, quelli del territorio di Gela e Ragusa, attraverso un revamping degli stessi – concludono i segretari – dunque è necessario che Eni continui e si esprima con il massimo impegno dando continuità agli investimenti sottoscritti in Sicilia, anche attraverso nuovi progetti che rilancino sul piano occupazionale e sociale tutto il territorio, facendo da volano e da attrazione per nuovi investitori”. Non è più tempo di “strumentalizzazioni e alibi”, fanno sapere dalle segreterie della triplice, in attesa che anche la politica faccia la propria parte.

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