Un simbolo che non smette di stupire: il crocifisso nero di Caltanissetta, una storia da raccontare
Nel cuore di Caltanissetta, il Santuario custodisce il leggendario Cristo Nero: storia, fede e curiosità sul suo ritrovamento.

Nel centro storico di Caltanissetta, il Santuario del Signore della Città sorge dove un tempo c’era la chiesa di San Nicola di Bari: da qui, dal XVIII secolo, si venerano i fedeli verso il celebre Cristo Nero, simbolo di protezione e miracoli per i nisseni. Una storia fatta di fede, antichi riti, fratelli minatori e un crocifisso misterioso riemerso da una grotta. È una vicenda che ha trasformato una piccola cappella in santuario di rilevanza storica, religiosa e sociale, ancora oggi pulsante nel cuore della città.
Nascita del culto: un crocifisso nel buio
Tutto ha origine nel XIV secolo, quando due fogliamari – raccoglitori di erbe spontanee – trovarono in una grotta un crocefisso ligneo dal volto annerito, illuminato solo dalle candele. La scultura, nonostante ripetute puliture, restava nera: un segno interpretato come quello della santità nascosta, che la comunità di Caltanissetta adottò come Signore della Città, co-patrono insieme a San Michele Arcangelo.
Con la distruzione della chiesa di San Leonardo, nel XVIII secolo il crocifisso fu traslato nella chiesa di San Nicola di Bari, che da allora cambiò identità, diventando l’attuale santuario.
Dalla confraternita degli zolfatai alla cura dei più bisognosi
Nel 1859, dopo lo scioglimento della confraternita del Santissimo Crocifisso, il santuario divenne punto di riferimento per gli zolfatari della città. A guidarlo fu Padre Angelico Lipani, che avviò opere di carità tra le famiglie dei minatori, fondando un orfanotrofio gestito dalle Suore del Signore della Città e facendosi promotore di interventi sociali, in particolare dopo la tragedia del 1881 nelle miniere.
L’edificio fu rinnovato nel corso dell’Ottocento, integrando valori religiosi, spirituali e culturali, e consolidando il ruolo del santuario non solo come luogo di culto, ma anche cuore pulsante delle comunità a rischio.
Curiosità: il rito dei fogliamari
Tra i riti più suggestivi legati al Santuario, spicca quello dei fogliamari, gli unici autorizzati a toccare i piedi del crocifisso, rivestiti di nero, durante la processione del Venerdì Santo. Nudi ai piedi per penitenza, cantano le Lamentanze, antichi canti liturgici in siciliano, unici e autentici, radicati nell’anima della Settimana Santa a Caltanissetta.