Non pagò gli operai, un imprenditore minacciò di denunciarli perché era dell’antiracket

 
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Gela. “Diceva che se avessimo continuato a chiedergli di essere pagati, ci avrebbe denunciato perché era dell’antiracket e a lui avrebbero creduto”. Sono stati sentiti, in aula, due ex operai di una fornace, di proprietà dell’imprenditore Salvatore Migliore. Proprio il titolare dell’attività deve rispondere di estorsione. Per i pm della procura, avrebbe minacciato quattro lavoratori, per alcuni mesi impiegati all’interno della fornace. “Inizialmente, avevamo stabilito che ci avrebbe assunti regolarmente, con stipendi previsti dai contratti nazionali – ha detto uno degli operai – dopo qualche settimana, però, ci accorgemmo che le assunzioni non erano state effettuate. Inoltre, non arrivavano i pagamenti mensili”. L’imprenditore, difeso dall’avvocato Maurizio Scicolone, ha sempre respinto le accuse, sostenendo invece di essere stato a sua volta minacciato dagli operai, che gli avrebbero chiesto pagamenti per lavori non svolti.

Presunte minacce ai lavoratori. “Ricordo che una volta, visto che un elettricista che lavorava alla fornace aveva deciso di non venire più, perchè non aveva ricevuto i pagamenti – ha spiegato ancora uno dei lavoratori – Migliore ci chiese di bruciargli l’automobile. Noi, ovviamente, ci siamo opposti”. I quattro operai, che non hanno mai ricevuto i soldi pattuiti, ad eccezione di qualche acconto, si sono costituiti parti civili, con gli avvocati Davide Limoncello e Carmelo Brentino. “Lavoravo quasi esclusivamente di notte – ha ammesso un altro ex dipendente rispondendo alle domande del pm Sonia Tramontana – i turni erano lunghi e non ricevevo i soldi. Ogni tanto, Migliore mi portava un panino”. Per la difesa, invece, l’imprenditore avrebbe comunque voluto onorare gli impegni economici, ma la crisi di liquidità che colpì la sua azienda avrebbe inciso sui tempi. Una linea completamente diversa da quella di accusa, che invece ipotizza vere e proprie minacce giunte dall’imputato, che adesso ne risponde davanti al giudice Marica Marino.

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