Un giardino che racconta vicende storiche | Villa Amedeo a Caltanissetta e la sua storia incredibile
Villa Amedeo di Caltanissetta: giardino borbonico, busti del Risorgimento, fontane d’epoca e palme monumentali resistenti al tempo.

Nel cuore di Caltanissetta, la storica Villa Amedeo (un tempo Real Villa Isabella) rappresenta un perfetto esempio di giardino pubblico ottocentesco, progettato durante il dominio borbonico per abbellire il centro urbano. Oggi è un elegante spazio verde caratterizzato da viali cruciformi, fontane, piante secolari e straordinari busti in marmo di personaggi illustri. Nel corso dei secoli, il sito ha attraversato trasformazioni architettoniche, intitolazioni reali e restauri che ne hanno preservato l’anima storico-artistica.
Vicende storiche e trasformazioni architettoniche
La genesi di Villa Amedeo risale al 1821, quando l’architetto Gaetano Lo Piano trasformò una parte della “selva dei Cappuccini” in un giardino pubblico, inaugurato nel 1827 come Real Villa Isabella in onore della moglie di Francesco I di Borbone. Tra il 1860 e il 1890 assunse il nome “Villa Amedeo” in omaggio al duca d’Aosta, e fu dotata di nuove entrate monumentali su Viale Amedeo e Viale Regina Margherita. Il progetto originario, un giardino all’italiana con viali perpendicolari e quartini regolari, è rimasto per lo più intatto, pur arricchito nel tempo da elementi decorativi come padiglioni, statue e una fontana con amorino opera di Cervello.
Alla fine dell’Ottocento l’architetto Alfonso Barbera ristrutturò il giardino, sacrificando parte dei quartini centrali per far spazio a un nuovo viale trasversale e installando un laghetto artificiale con sculture. Nel 1922 fu aggiunto un secondo grande ingresso monumentale su Viale Regina Margherita. Dopo un periodo di declino nel Novecento, la villa fu restaurata negli anni ’90 e oggi è un polmone verde di grande valore paesaggistico e culturale.
Arte nel verde: busti, fontane e l’eredità dei grandi
Il giardino ospita numerosi busti in marmo scolpiti dallo scultore nisseno Giuseppe Frattallone tra il 1870 e il 1874, rappresentanti figure del Risorgimento come Garibaldi, Foscolo, Rossini, Mazzini e Bellini, oltre alla statua dell’artista stesso realizzata da Salvatore Lo Verme. Vi si trova anche il monumento a Vittorio Emanuele II, con un’aquila bronzea opera del Tripisciano. La fontana centrale, anticamente decorata con uno amorino di Cervello, era soprannominata “Fonte dei Sospiri” e rappresentava un richiamo alla natura e all’arte, simbolo dello spirito romantico dell’epoca.
Curiosità
Un dettaglio poco noto: alcune palme e cedri del Libano presenti in Villa Amedeo sono sopravvissuti all’inquinamento urbano e ai decenni di abbandono, resistendo alle intemperie e oggi considerati alberi monumentali. La loro presenza è un’eredità botanica rara in Sicilia, testimonianza viva della cura e dell’originale concetto paesaggistico pensato per questo giardino ottocentesco.
