Gela. Una presunta evasione fiscale da circa 80 mila euro. Il reato, però, è prescritto. “Accertamenti anomali”. La decisione è stata adottata dal giudice Manuela Matta che ha disposto il non doversi procedere. Al centro delle accuse, l’imprenditore Grazio T. L’evasione avrebbe riguardato l’imposta sui redditi. Prima che il giudice dichiarasse la prescrizione del reato, però, il suo legale di fiducia, l’avvocato Gaetano D’Arma, ha contestato le accuse. “Gli accertamenti effettuati – ha spiegato – sono stati condotti in maniera del tutto anomala. Le verifiche hanno preso in considerazione solo le poste attive senza considerare i costi sostenuti dall’azienda. Se fosse stato valutato il modello 760 presentato la soglia della presunta evasione sarebbe scesa al livello della non punibilità”.
“Fu vittima d’usura”. Ma la difesa ha rafforzato la propria linea. “Si tratta di un imprenditore – ha continuato il legale – trovatosi, per un lungo periodo, in gravi difficoltà. Era spesso assente da Gela per motivi di salute e, soprattutto, fu vittima d’usura. Lo stato di necessità non può essere trascurato”. Il pubblico ministero Giampiero Cortese, invece, ha ribadito la responsabilità dell’imputato, chiedendo la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Il pm, a sua volta, ha comunque sottolineato la possibile prescrizione del reato.