Gela. “Un’enorme distruzione”. E’ il commento principale che arriva dagli investigatori, adesso impegnati in un’indagine a tutto campo per ricostruire quanto accaduto
nelle scorse ore all’interno della struttura del “Dèjà Vu”, il locale sulla Gela-Manfria avvolto dalle fiamme che lo hanno devastato.
Non sono ancora certe le cause. La prima anomalia è certamente quella dell’orario in cui le fiamme si sono alzate. Non la classica notte fonda, tipica degli attentati incendiari, ma pieno giorno e su un’arteria sempre molto transitata. “Le indagini non trascurano alcuna ipotesi”, così i carabinieri hanno avviato gli approfondimenti del caso. Allo stato attuale, neanche i vigili del fuoco intervenuti e i tecnici a supporto sono riusciti, con certezza, a valutare le cause dell’incendio. Non è ancora chiaro se sia stato appositamente appiccato oppure se si possa trattare di un cortocircuito. “Il rogo è stato talmente vasto – dicono alcuni degli investigatori impegnati nelle indagini – che non si è ancora ben identificato neanche l’eventuale punto di partenza delle fiamme”. Tra tutte le piste investigative, però, quella meno accreditata appare l’eventuale collegamento tra il rogo e presunte richieste estorsive. Una combinazione che non sembra affatto convincere gli inquirenti. Il locale, seppur non in maniera costante, era stato riaperto a ridosso del periodo natalizio. Di certo, si tratta di un immobile, già in passato al centro di alterne vicende ed inchieste giudiziarie. Adesso, è arrivato il fuoco a distruggere tutto, in attesa di capire se gli investigatori riusciranno ad individuare i possibili responsabili e a ricostruire quanto accaduto.