Un edificio nisseno che ha molto da raccontare: tra origini normanne e trasformazioni medievali
Scopri la chiesa normanna Santa Maria degli Angeli di Caltanissetta, storia millenaria, architettura e curiosità!
Un gioiello storico e spirituale nel cuore di Caltanissetta: la chiesa normanna di Santa Maria degli Angeli, conosciuta anche come la “Vetere”, sorge ai piedi dell'antico Castello di Pietrarossa. Un luogo che ha saputo attraversare i secoli con dignità, cambiando veste e funzioni, ma restando sempre carico di storia e fascino autentico. Analizziamo insieme la sua incredibile vicenda, dagli albori medievali fino agli ultimi restauri, scoprendo una curiosità che sorprenderà i più attenti.
Origini normanne e trasformazioni medievali
Fondata tra XI e XII secolo dall’architettura normanna, la chiesa fu la seconda parrocchia ufficiale di Caltanissetta e, nel 1239, elevata a regia cappella dai sovrani Svevi. Pur erroneamente attribuita a Federico II, studi recenti confermano che la struttura attuale è frutto dell’opera dei Lancia nel XIV secolo, come dimostra il leone rampante sul lato nord.
Negli anni la chiesa cambiò destinazioni: nel 1400 venne marginalizzata a favore di nuovi luoghi di culto; nel 1601 passò ai Frati Minori Osservanti, grazie alla contessa Luisa de Luna y Vega, che avviarono un grande ampliamento e ristrutturazione.
Abbandono, riuso e restauro moderno
Nel 1873 la chiesa venne sconsacrata ed adattata a caserma e magazzino sotto il Ministero della Guerra. Durante il XX secolo cadde in rovina, con crolli del tetto e modifiche strutturali, inclusi controsoffitti del 1972.
Oggi la chiesa è oggetto di restauri mirati: l’impianto planimetrico originale a navata unica, i portali in arenaria e dettagli decorativi emergono di nuovo alla luce, raccontando l’ingegno normanno.
Curiosità
Il portale occidentale è un vero capolavoro: archivolto a sesto acuto in tre livelli sorretto da quattro colonnine con capitelli finemente scolpiti. Non è solo un ingresso, ma testimonianza tangibile dell’antico stile normanno, sopravvissuto a secoli di riusi e restauri ineleganti.
15.1°