Gela. Venne arrestato ad agosto con l’accusa di aver messo a segno una rapina ai danni di un anziano nel cuore del centro storico, in via Panormo. La difesa si rivolge alla Cassazione. Adesso, sul caso del ventottenne Davide Trubia saranno i giudici di cassazione a pronunciarsi. Un ricorso è stato presentato dal suo legale di fiducia Salvo Macrì. L’avvocato, infatti, contesta il contenuto della nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dai magistrati della procura che costringerebbe Trubia a ritornare ai domiciliari. Nelle scorse settimane, il giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro aveva detto no alle richieste giunte dalla procura. Gli arresti domiciliari erano stati revocati dopo che il difensore aveva eccepito diverse anomalie procedurali. Così, dopo l’arresto, il ventottenne ritornò libero. La procura, però, chiese l’emissione di una nuova ordinanza di custodia cautelare senza trovare accoglimento da parte del gip. Partì allora un nuovo ricorso davanti ai magistrati del riesame di Caltanissetta che, questa volta, hanno detto sì alla riattivazione del regime di arresti domiciliari. L’avvocato Macrì, però, ha deciso di portare tutto in cassazione. Contesta la possibilità di erogare una nuova ordinanza di custodia cautelare dopo l’annullamento di quella originaria. La decisone assunta dal riesame sarebbe in contrasto con la nuova normativa in materia. Il ricorso in cassazione, inoltre, sospende gli effetti della seconda ordinanza di custodia cautelare. Così, Trubia rimarrà libero fino al nuovo pronunciamento dei giudici romani.