Un angolo di fede a Gela: Sant'Agostino e la storia che ha resistito al tempo

Scopri a Gela la Chiesa di Sant’Agostino (1439): tesori artistici, cripte medievali e curiosità da brivido.

A cura di Redazione
01 agosto 2025 19:00
Un angolo di fede a Gela: Sant'Agostino e la storia che ha resistito al tempo - Foto: Luca83/Wikipedia
Foto: Luca83/Wikipedia
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Nel cuore di Gela, tra le vie del centro storico, sorge la Chiesa di Sant’Agostino, edificata nel 1439 e oggi riconosciuta come la più antica della città. Originariamente dedicata a San Giuseppe, questa chiesa quattrocentesca custodisce segreti sopravvissuti ai secoli, tra arte religiosa, architettura neoclassica e misteri sotterranei che continuano a sorprendere i visitatori. In un viaggio tra luce e ombra, scopriamo come questa chiesa nasconda storie capaci di incantare e inquietare.

Un gioiello tra Medioevo e Neoclassicismo

La Chiesa di Sant’Agostino fu costruita nell’antica Terranova, prima del 1439, insieme all’annesso convento agostiniano, e rappresenta uno degli edifici più antichi della città. Nel 1783 fu rinnovata con una facciata in stile neoclassico, impreziosita da una nicchia semicircolare con la statua di San Giuseppe e da una cella campanaria tripartita.
All’interno, la navata unica custodisce motivi rinascimentali e seicenteschi: un’acquasantiera in marmo del 1541, probabilmente realizzata da Antonio Gagini, e l’altare bizantino in stile barocco. Nel 1613 venne aggiunta la Cappella dei Mugnos, con colonne tortili in travertino e un elegante fronte spezzato. Questo mix di epoche riflette la continuità di fede e devozione nel cuore medievale della città.

Cripte segrete e reperti sorprendenti

La vera sorpresa della chiesa emerge sotto la superficie: durante recenti lavori di restauro sono state scoperte cripte settecentesche mai aperte al pubblico e ancora contenenti resti umani. Ma non è tutto: tra i cocci e scheletri ritrovati è emersa anche una pietra squadrata attribuita dagli archeologi alla base di un tempio greco, probabilmente risalente all’epoca pagana di Terranova (XII‑XIII secolo).
Inoltre, la chiesa custodisce l’icona trecentesca della Madonna dell’Alemanna, scoperta nel 1450 «in una buca» durante i lavori agricoli e poi venerata come sacra reliquia. Ancora oggi, aneddoti locali narrano che i buoi si inginocchiarono spontaneamente davanti all’icona trovata, evento che accrebbe la devozione popolare.
Questi ritrovamenti confermano che la chiesa fu eretta su un area sacra precedente, rendendola un luogo di continuità spirituale e storica fin dal Medioevo.

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