Gela. Una nuova perizia balistica per approfondire ulteriormente la dinamica dell’uccisione dell’edile trentottenne Francesco Martines. Una nuova perizia. La decisione è stata adottata dai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta che hanno accolto la richiesta del difensore di fiducia di Angelo Meroni, condannato a sedici anni di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari. L’avvocato Davide Limoncello, già in primo grado, aveva sollevato diversi dubbi rispetto all’intera dinamica dei fatti verificatisi nel dicembre di tre anni fa nella zona di via Dell’Acropoli. Lì sarebbero partiti i colpi che uccisero Martines. L’uomo si trovava a bordo della vettura guidata dallo stesso Meroni. Adesso, sarà il perito Lirio Miloni a verificare traiettorie e dati acquisiti dagli investigatori. L’incarico dovrebbe essere conferito il prossimo 22 aprile. Dopo la condanna a sedici anni di reclusione, fu proprio la difesa ad impugnare il verdetto in appello.
Dubbi sulla provocazione. I familiari dell’edile, invece, si sono costituiti parte civile con il legale Flavio Sinatra. Hanno già ottenuto il diritto al risarcimento dei danni subiti oltre al pagamento di una provvisionale in denaro. Stando al legale della famiglia, Meroni avrebbe sparato senza essere stato provocato. Linea differente da quella portata avanti dalla difesa che ha sempre fatto leva sull’intenzione di Meroni di difendersi. La vittima, infatti, lo riteneva autore di un maxi furto messo a segno all’interno del cantiere di Farello avviato dall’azienda di famiglia. La richiesta di una nuova perizia è stata inoltrata anche dal procuratore generale. Non è da escludere che possano essere ascoltati due stretti familiari di Francesco Martines presenti, quella mattina, in via Dell’Acropoli.