Bergamo. Due anni fa, uccise il fratello e la compagna dell’uomo. Finiti a colpi di pistola, all’interno di una sala slot di Caravaggio, in provincia di Bergamo. Lo scorso marzo, è arrivata l’assoluzione per il gelese quarantacinquenne Maurizio Novembrini. Una decisione emessa dal gup del tribunale di Bergamo, che ha accolto le indicazioni dei periti e dei pm della procura lombarda. Quando agì, Novembrini era del tutto incapace di intendere e di volere. La sentenza è diventata definitiva. Non ci sono state impugnazioni. Spiegò di aver ucciso, perché temeva che il fratello Carlo volesse fargli del male. Lo raggiunse all’interno della sala slot e gli sparò contro, colpendo a morte anche la quarantenne Maria Rosa Fortini, compagna di Carlo Novembrini. La famiglia gelese si era ormai da tempo trasferita in Lombardia. A chiedere una perizia psichiatrica fu la difesa di Maurizio Novembrini, sostenuta dall’avvocato Paolo Birolini. Sia gli esperti nominati dal gup sia quelli di parte hanno confermato l’incapacità dell’imputato. Nonostante l’assoluzione, il gup bergamasco gli ha imposto la misura di sicurezza del ricovero nella Rems di Castiglione delle Stiviere per quindici anni.
I familiari di Maria Rosa Fortini si sono costituti parti civili nel giudizio, rappresentati dall’avvocato Rocco Lombardo. Anche il loro perito ha concluso per la totale incapacità dell’omicida. L’intera dinamica dei fatti venne ripresa dai sistemi di videosorveglianza della sala slot. Il quarantacinquenne fu rintracciato dopo poche ore e arrestato.