Tutto tace, l’indotto Eni al collasso: i sindacati attaccano la Regione: “Venti giorni di silenzio!”

 
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Gela. Dov’è la Regione? I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil sollevano il velo sugli ennesimi ritardi che si starebbero registrando dopo l’incontro al Ministero dello sviluppo economico dello scorso 24 febbraio sul caso Eni.

“Da venti giorni tutto tace”. In quella riunione, come da verbali, si definì la linea da seguire sul fronte dello sblocco degli ammortizzatori sociali in favore di operai dell’indotto, da mesi fuori dal ciclo produttivo Eni. Quindi, la palla venne passata proprio ai tecnici dell’assessorato regionale al lavoro. Da quel momento, però, tutto tace. Niente notizie da Palermo e niente convocazioni ufficiali. “Il sindacato dei lavoratori ha il dovere di dire le cose come stanno ed ha, nel contempo, la responsabilità di proporre soluzioni pur sapendo di non avere poteri straordinari come ad esempio dare autorizzazioni o fornire coperture finanziarie – spiegano i segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania – dal 24 febbraio, data dell’ultimo incontro al ministero, ad oggi sono trascorsi venti giorni ed in venti giorni il silenzio del governo regionale è risultato preoccupante ad ogni singolo lavoratore, ad ogni esodato, a tutti i cittadini e, ne siamo convinti, a tante imprese che vorrebbero evitare l’utilizzo dell’istituto contrattuale del licenziamento e magari richiedere la cassa integrazione”. In base a quanto emerso durante il vertice romano del 24 febbraio, dovrebbe essere proprio la Regione a farsi carico delle procedure necessarie alla copertura di ammortizzatori sociali che sarebbero una sorta di manna dal cielo per quasi cento esodati, ormai privi di qualsiasi introito. “Il sindacato confederale e le categorie del settore industria in questi venti giorni hanno sollecitato la Regione – spiegano ancora i tre segretari – hanno interloquito con la prefettura, hanno definito la convenzione con le banche per agevolare il pagamento della mobilità ai lavoratori con cadenza mensile, hanno incontrato l’Inps per mettere in liquidazione le somme maturate dai lavoratori ed hanno impegnato Eni all’avvio dei cantieri. Mentre il sindacato fa, il governo regionale  si fa attendere mentre la disperazione dei lavoratori e la crisi delle imprese aumenta”.

“Trasparenza sulle compensazioni”. Ma l’immobilismo andrebbe a toccare anche un altro aspetto assai delicato, quello dei trentadue milioni di compensazioni che Eni ha destinato all’ente comunale. “Ad oggi sarebbe importante – concludono Giudice, Gallo e Castania – un’operazione trasparenza, cioè rendere pubblico l’elenco dei progetti attuativi presentati. In considerazione di tale atteggiamento invitiamo pubblicamente  il governo regionale a mantenere gli impegni assunti  fornendo immediatamente  una data. I lavoratori e Gela rivendicano fatti e atti di responsabilità”. In quest’ultimo caso, il sindacato tira in ballo anche l’amministrazione comunale che entra a pieno titolo nelle procedure per la gestione delle compensazioni Eni.

 

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