Turco: "Mai versato 200 mila euro in nero per la campagna elettorale di Crocetta, sono stato rovinato"

L'imprenditore gelese Carmelo Turco è tra gli imputati nel filone processuale generato dalla maxi inchiesta incentrata sull'ex numero uno degli industriali siciliani, Antonello Montante

21 ottobre 2025 07:15
Turco: "Mai versato 200 mila euro in nero per la campagna elettorale di Crocetta, sono stato rovinato" -
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Gela. “Dopo quanto vidi in via D'Amelio, nel 1992, quando vivevo a Palermo, pensavo che lo Stato, in qualche modo, mi avrebbe tutelato nell'attività che mi avviavo a intraprendere. Evidentemente, sono stato ingenuo”. L'imprenditore gelese Carmelo Turco è tra gli imputati nel filone processuale generato dalla maxi inchiesta incentrata sull'ex numero uno degli industriali siciliani, Antonello Montante, ora difeso dal legale Boris Pastorello, che ieri mattina, davanti al collegio penale del tribunale di Caltanissetta ha chiesto un rinvio per avere la possibilità di approfondire le carte di un dibattimento che va avanti da diversi anni. Turco, difeso dall'avvocato Giacomo Ventura, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. “Non ho mai versato, in nero, duecentomila euro per la campagna elettorale di Rosario Crocetta, candidato alla presidenza della Regione – ha riferito l'imprenditore – come fecero quasi tutti a Gela, versai solo cinquemila euro, con un bonifico regolare e con la causale. Pensavo di aver spiegato tutto ai pm, presentando anche il bonifico, così come per le altre accuse. Però, mi sono ritrovato con un rinvio a giudizio e con le aziende che per questo motivo sono tutte saltate. Sono stato letteralmente rovinato e ridotto in povertà assoluta. Io sono una persona onesta. Non avrei avuto alcun motivo di finanziare, in nero, la campagna elettorale di Crocetta. Gli appalti in Eni già li avevo. La nostra azienda lavorava in Eni fin dall'inizio, dagli anni '60. Poi, riuscì ad espandere l'attività. Annualmente, le mie aziende davano lavoro a una media di duecento-trecento dipendenti all'anno”. In questo procedimento, tra gli imputati c'è inoltre lo stesso Crocetta. Per Turco, che ha voluto riferire la sua versione davanti ai giudici, chi ha fatto il suo nome “ha sbagliato”. “Un giorno avranno a che fare con il giudice più inflessibile – ha concluso – che è la loro coscienza. Lì, non avranno scampo”. In aula, si tornerà a novembre.

In foto l'imprenditore Carmelo Turco

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