Gela. Non è capace di intendere e di volere, così è arrivata l’assoluzione per il trentaquattrenne Salvatore Argentieri. L’aggressione al Centro per l’impiego. Era accusato di aver aggredito, ferendoli, almeno tre operatori del locale Centro per l’impiego di via Pignatelli. In base alla ricostruzione degli inquirenti, vennero colpiti con un taglierino. Il giudice Tiziana Landoni ha accolto le richieste formulate dai difensori di fiducia dell’uomo, gli avvocati Giuseppe Simonetti e Samantha Rinaldo. Per i legali, l’imputato non sarebbe stato in grado di intendere e di volere quando aggredì gli operatori. Sarebbe arrivato nei locali di via Pignatelli per chiedere informazioni rispetto alla posizione lavorativa del padre. La difesa ha puntato su una precedente perizia, legata ad un altro procedimento penale, nella quale veniva indicata l’assoluta incapacità di intendere e di volere dello stesso Argentieri. Durante il dibattimento scaturito dal ferimento al Centro per l’impiego, invece, il perito sentito in aula ha sostenuto che, al momento dei fatti, l’imputato fosse capace di intendere ma non di volere. Non sarebbe stato in grado di limitare la sua violenta reazione. Il pubblico ministero Tiziana Di Pietro, a sua volta, ha ribadito che l’imputato, in base agli elementi emersi in dibattimento e nella perizia, non era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Gli operatori del Centro per l’impiego feriti, invece, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Salvo Macrì. Proprio il legale ha però sottolineato le tante incongruenze emerse dalla relazione depositata dallo specialista chiamato a valutare lo stato psichico dell’imputato. Inoltre, per il legale di parte civile ad Argentieri non sarebbero state contestate altre ipotesi di reato, dal danneggiamento al porto abusivo di armi. Alla fine, però, il giudice ne ha dichiarato l’incapacità.