Gela. Diverse “trazzere” di campagna e a ridosso del perimetro urbano, spesso assai isolate, erano i punti logistici nei quali si smaltivano illecitamente i rifiuti. Ulteriori particolari sono stati forniti dai pm della procura e dai carabinieri, che hanno eseguito arresti e misure reali. Un pregiudicato è finito ai domiciliari. Altri quattordici coinvolti risultano indagati, ma a piede libero. Sono state individuate sei discariche abusive e ora le aree sono sotto sequestro. Stessa misura disposta per almeno quindici mezzi pesanti, usati per trasportare i carichi, che venivano smaltiti nelle discariche a cielo aperto. Gli accertamenti, per il periodo di durata dell’indagine, hanno consentito di definire un totale di almeno 450 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, finiti nelle “trazzere”.
Un sistema capillare, gestito quasi esclusivamente dai padroncini che si occupano di trasportare inerti e altri rifiuti di questo tipo, secondo gli investigatori senza licenze. Gli inquirenti non escludono danni all’ambiente, dovuti soprattutto agli incendi che venivano appiccati per liberarsi dei carichi. E’ stato calcolato un valore superiore ai due milioni di euro per le aree ora sotto sequestro e affidate al sindaco, che fungerà da custode giudiziale.