Gela. C’è compostezza e rassegnazione tra i famigliari dei quattro pazienti ricoverati in Rianimazione anche dopo avere appreso del trasferimento dei loro cari presso l’ospedale “San Giovanni Di Dio” ad Agrigento. Devono lasciare spazio al nuovo centro Covid-19 che, per meglio gestire il contagio da Coronavirus, potrà contare di ulteriori quattro posti letto, di un triage dedicato al Pronto soccorso e, nei prossimi giorni, della riqualificata unità operativa di Malattie infettive. Si lavora alacremente per riqualificare e rendere operativo l’ospedale di via Palazzi all’emergenza che costringe tutti a casa. Un adeguamento attualmente possibile solo con alcune rinunce legate alla particolare situazione sanitaria.
L’aspetto più importante, nel contrasto della diffusione del coronavirus, è rappresentato sicuramente dalla possibilità di effettuare e diagnosticare i tamponi effettuati direttamente in città. “Presso il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela martedì collauderemo la nuova apparecchiatura – assicura il direttore generale dell’Asp cl2 – Questo ci consentirà di essere autonomi rispetto a Palermo, pervenendo ad un risultato più immediato”.
Intanto due pazienti sono stati trasferiti ieri pomeriggio. Stamattina un terzo ha raggiunto la Rianimazione dell’ospedale “San Giovanni Di Dio”. Si starebbe valutando il da farsi per l’ultimo dei quattro pazienti in cura presso la Rianimazione di via Palazzi.
“Tutti i 16 posti disponibili ad Agrigento – assicura il manager dell’Asp cl2, Alessandro Caltagirone – saranno anche a nostra disposizione per i prossimi giorni”. Intanto il paziente positivo di Licata ieri ha raggiunto l’ospedale “Sant’Elia” a Caltanissetta.
Si resta in attesa dell’esito dei tamponi effettuati su 6 pazienti, tra questi uno è gelese. “I 3 pazienti ricoverati permangono in condizioni stazionarie – aveva fatto sapere, ieri, il manager Caltagirone – Si tratta del medico di Sciacca, di un pachistano e un nisseno”.