Gela. Gli illeciti, secondo i pm della procura e i finanzieri, sarebbero girati intorno al mancato pagamento di accise e imposte doganali sui carichi di gasolio che da Croazia e Bosnia arrivavano in un deposito, nei pressi di Manfria. Dopo il blitz “Acqua ragia”, i pm della procura hanno chiuso le indagini. Sono più di venti i coinvolti, oltre ai destinatari iniziali delle misure cautelari, ovvero Damiano Sciuto, Alessandro Calderara e Daniele Borchio. Il riesame ha poi rivisto i provvedimenti, annullando le ordinanze e rimettendo in libertà i tre. Secondo gli investigatori, però, avrebbero avuto un ruolo importante nel presunto giro di gasolio che senza essere gravato dal peso economico delle accise poteva essere rivenduto a prezzi più bassi, anche a titolari di stazioni di servizio.
Tra gli indagati, risultano inoltre cittadini bosniaci e croati e alcuni imprenditori del settore, mai raggiunti comunque da provvedimenti cautelari. Secondo gli inquirenti, il traffico di gasolio avrebbe sottratto al fisco diversi milioni di euro. A questo punto i magistrati della procura potrebbero richiedere il rinvio a giudizio per i coinvolti.