Gela. Oltre cento anni complessivi di carcere sono stati imposti a dieci imputati, tutti coinvolti nell’inchiesta antidroga “Boomerang”. I pm della Dda di Caltanissetta e i carabinieri li accusavano di aver organizzato un giro di droga, con forniture che giungevano dalle piazze di Catania e Vittoria. La condanna più pesante, seppur in continuazione con una precedente sentenza, è stata disposta nei confronti di Giacomo Gerbino, che nonostante gli arresti domiciliari avrebbe gestito il traffico, approfittando dei permessi di lavoro. Il giudice Santi Bologna lo ha condannato a sedici anni e quattro mesi di detenzione. Quattordici anni e otto mesi sono stati inflitti a Virgilio Terranova e Salvatore Valenti, considerati canali catanesi della droga. Dieci anni e otto mesi, invece, sono stati decisi per il vittoriese Fortunato Vella, che avrebbe assicurato l’appoggio nella zona del ragusano. Dieci anni a Gaetano Renna e Bartolomeo Palmieri (in continuazione con una precedente sentenza). Nove anni a Giovanni Tumino; otto anni e otto mesi a Salvatore Raniolo; tre anni e quattro mesi per Giuseppe Iapichello; due anni e otto mesi a Carmelo Pelligra. Il gup ha escluso comunque l’aggravante dell’articolo 74, contestata agli imputati che avrebbero avuto un ruolo centrale nella gestione dell’affare. Le difese, anche nelle conclusioni, hanno respinto l’ipotesi dell’esistenza di un’organizzazione, attiva nel traffico e nello spaccio di droga. Secondo questa linea, le accuse dei pm della Dda nissena si sarebbero fondate solo sul contenuto di intercettazioni, ma senza avere un riscontro pratico del possesso di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Tutti gli imputati, per il tramite dei loro legali, hanno optato per il rito abbreviato.
Le difese probabilmente si rivolgeranno alla Corte d’appello. I coinvolti sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Carmelo Tuccio, Vittorio Giardino, Davide Limoncello, Paola Carfì, Angelo Cassone, Saverio La Grua, Matteo Anzalone, Calogero Vinci, Filippo Pino e Dario Polizza Favarolo. Altri presunti complici sono invece a processo davanti al collegio penale del tribunale di Gela.