Gela. In questo nuovo lavoro desidero affrontare il problema della toponomastica della città.
E’ semplicemente vergognoso girare per le vie cittadine e leggere nomi di uomini che hanno arrecato solo danni alla nostra comunità.
Penso che una logica esista prima di intitolare una via della città, a meno che non si voglia volontariamente dare spazio ai massacratori del periodo o agli uomini che sono diventati grandi ma non si sono mai preoccupati delle sorti del territorio e hanno solo pensato a risolvere i problemi personali senza mai guardare la realtà storica vissuta.
Leggere nomi come: Vittorio Emanuele, Umberto di Savoia, Cavour, Garibaldi, Nino Bixio e Luigi Settembrini (campeggia maestoso il nome di villa Garibaldi nel corso Salvatore Aldisio) che sono stati i primi uomini, dopo l’unificazione dell’Italia, che hanno contribuito a distruggere il meridione, cancellare la storia vera del Regno delle Due Sicilie e a definirci solo ed esclusivamente briganti.
Successivamente guardare i nomi dei grandi storici, letterati, musicisti, che per arricchirsi hanno fatto orecchie da mercanti e hanno scritto di tutto, tranne che parlare o scrivere dei veri fatti che i piemontesi colonizzatori hanno elaborato per cancellare la nostra civiltà, la nostra dignità, definendoci mafiosi anche dal punto di vista morfologico, soffermandosi sulla conformazione del nostro cranio.
Argomento studiato dal sociologo veronese, Cesare Lombroso, grande uomo di cultura post-risorgimentale, padre della moderna criminologia, fondatore dell’antropologia criminale, oggetto di studio nelle Università Italiane di cui esiste ancora oggi un museo a Torino, con i crani dei nostri eroi uccisi dai vari generali dei Savoia, uno fra tutti il generale Cialdini (Lombroso misurava il cranio e Cialdini li fucilava, se non corrispondevano agli standard dei bovari nordisti).
Tra gli scrittori che fecero parte della schiera dei prezzolati e venduti al sistema massonico di allora, dovremmo cancellar sia i meridionali che gli scrittori dell’Italia unificata come: Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Giovanni Verga, Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Francesco Crispi (Presidente del Consiglio dei Savoia, come meridionale dal 1887) e tanti altri nomi sbagliati che uno studio con persone di cultura oneste e non asserviti al potere dominante, potremmo stabilire obiettivamente.
Gli storici locali, finalmente liberi da condizionamenti di varia natura, potrebbero incominciare a scrivere la storia vera del Regno delle Due Sicilie.
Mi rendo conto delle difficoltà che un argomento del genere possa riscontrare tra uomini dediti a risolvere solo ed esclusivamente problemi personali in questo ambiente politico e culturale che stiamo vivendo.
Infatti qualche tempo fa, leggevo una nota dell’amministrazione comunale che proponeva di dedicare la cittadinanza e una via allo scrittore Andrea Camilleri per i suoi grandi meriti di avere portato a conoscenza dell’Italia del nord l’ignoranza del meridione, come se loro non né avessero fatto un modo sapiente per denigrare il regno delle Due Sicilie.
Il 21/7/2017, il consiglio comunale dedicava una via della Città ad uno studioso gelese, il professor Rocco Tinnirello nato a Gela il 7/1/1919 e morto a Palermo il 9/3/1990. Confonderlo con i nomi di massacratori e carnefici del mezzogiorno d’Italia non è una operazione onesta e diligente, perché prima di proporre nomi onesti come il grande tenore Giacomo Ortisi, nato a Terranova il 29/11/1844 e morto a Milano il 1° settembre 1929, bisognerebbe ripulire la nostra città dei nomi inutili.
Questi sono i programmi che interessano le tre reti nazionali e i giornalisti della Rai per cui noi non solo paghiamo il canone per mantenere Luciana Littizzetto, Fabio Fazio con stipendi da milioni di euro .ma continuiamo a fare aumentare l’audience come tanti imbecilli, sono solo impegnati a parlare di mafia. Più ci bastonano più noi li osanniamo, che grandi uomini che siamo!!.
Ognuno di questi imbecilli, merita di essere ricordato con una via a lui dedicata, mancano nomi come Lombroso, Riina, Matteo Messina Denaro e altri grandi uomini mafiosi, ma con una scritta a caratteri cubitali “grande uomo di cultura, vissuti nel XXI secolo come servi dei potenti”. I ciandali, – (Tschandala , nome che prese in prestito Friederich Nietzsche dagli Indiani e riportato nelle sue opere “il crepuscolo degli Dei “ e l’ “anticristo”) – di una volta, avevano molto più dignità di noi, perchè alla fine, la loro rivolta portò alla affermazione del cristianesimo e all’uguaglianza dei popoli, sulla carta, la nostra condanna porterà a fare sorridere gli ipocriti e i servi del sistema.