Gela. Da oggi, a Timpazzo, si alleggerisce il peso dei conferimenti ulteriori che arrivano dal sito privato di Sicula Trasporti, che copre l’area etnea. In base alla disposizione emessa dai vertici di Impianti Srr, la società in house che gestisce la piattaforma di Timpazzo, dal sito di Sicula sono arrivati carichi con entità inferiore. Nella piattaforma locale, infatti, potranno essere conferiti carichi settimanali fino a 1.500 tonnellate e non più fino a 2.300 tonnellate. Una stretta decisa per dare seguito a richieste che giungono anche da altri ambiti, attualmente in difficoltà. I rifiuti dell’area etnea sono destinati a Timpazzo ormai da oltre un anno. La piattaforma locale, però, deve dare spazio anzitutto ai Comuni della Srr4, a partire da Gela. Ci sono poi quelli di altri ambiti e che hanno fatto richiesta temporanea. L’ultima in ordine di tempo è arrivata da Trapani servizi. “Timpazzo non può essere un sito dedicato solo all’area etnea. Questo deve essere chiaro – dice l’amministratore di Impianti Srr Giovanna Picone – non accetterò strumentalizzazioni di nessun genere. Sicuramente, i problemi nella gestione dei rifiuti in quella zona non nascono per colpa nostra, anzi. Le responsabilità sono da ricercare in altre direzioni. Noi dobbiamo dare priorità ai Comuni della Srr4 e ci sono altre richieste che non possiamo ignorare”. Nel pomeriggio, era in programma una riunione, indetta dal dipartimento regionale acqua e rifiuti, che ha convocato diverse Srr e i gestori di più siti di conferimento, compresa la stessa Impianti Srr.
In programma, c’era una valutazione complessiva sull’attuale “gestione dei flussi”, in un’emergenza rifiuti che pur non toccando in alcun modo il territorio locale ha però finito per appesantire enormemente il sistema di Timpazzo, con i surplus che continuano ad arrivare. I Comuni della Srr4 si trovano peraltro ad affrontare l’impossibilità di conferire nel compostaggio di Brucazzi, gestito da Ato Cl2 in liquidazione, da diverse settimane ormai finito sotto sequestro. Si devono affrontare costi maggiori per trasferire la frazione organica in altri impianti, fuori dal territorio.