Gela. I pm della procura di Caltagirone hanno chiesto l’archiviazione nella vicenda della morte del gelese quarantanovenne Antonio Nicosia. Era alla guida della sua Fiat Multipla quando, un anno fa, si verificò un terribile scontro sulla Gela-Catania, proprio all’altezza di Caltagirone. Per Nicosia non ci fu nulla da fare. Morì sul colpo. Insieme a lui, c’era l’intera famiglia. Avevano trascorso una giornata in un parco acquatico del catanese. I pm calatini hanno avviato un’indagine, ipotizzando anche l’accusa di omicidio stradale. L’attenzione dei magistrati si è concentrata sull’autocarro coinvolto nello scontro e sul conducente, un agricoltore niscemese, a sua volta rimasto gravemente ferito. Per i magistrati, però, non ci sarebbero elementi per contestargli eventuali responsabilità. Anche la perizia disposta ha escluso qualsiasi manovra imprudente da parte dell’agricoltore che sul mezzo da lavoro trasportava prodotti ortofrutticoli. Il difensore dell’indagato, l’avvocato Rosario Prudenti, attraverso una serie di rilievi tecnici (assistito da un perito di parte) ha ribadito che l’autocarro non avrebbe mai invaso la corsia di marcia della Fiat Multipla condotta dal gelese. Una ricostruzione confermata dal perito.
L’agricoltore non ha potuto far nulla per evitare lo scontro, in base a quanto emerso. Sulla scorta delle conclusioni tecniche, anche i pm hanno ritenuto di non poter individuare profili di responsabilità e per questo motivo hanno chiesto l’archiviazione al giudice delle indagini preliminari. I familiari di Nicosia sono invece rappresentati dall’avvocato Alberto Fiore.