Gela. Di mafia del pascolo, negli scorsi mesi, si è iniziato a parlare pubblicamente anche in città. La questione, nel corso della campagna elettorale per le amministrative, l’hanno sollevata i grillini del Movimento cinque stelle. Fino ad oggi, sono pochi però i procedimenti penali avviati nei confronti di pastori che non rispetterebbero alcuna regola, occupando terreni e distruggendo raccolti. Quasi nessuno denuncia, ad eccezione di un imprenditore del settore che, anche questa volta, ha ottenuto il rinvio a giudizio dei presunti responsabili. A processo, vanno Maurizio Trubia, già coinvolto in inchieste antimafia, e l’operaio romeno Stefan Dumitru. Non sono accusati, però, solo dei danneggiamenti, dato che il proprietario si è visto costretto a porre rimedio a perdite per almeno cinquantamila euro in quattro anni, ma di veri e propri atti persecutori. Si sarebbero serviti del loro vasto gregge per occupare e distruggere i terreni dell’imprenditore, tra i pochi ad alzare la voce, anche pubblicamente. Non sarebbero mancati neanche i presunti avvertimenti indirizzati alla vittima.
In più occasioni, Francesco Vacirca ha reclamato controlli e una vera presenza dello Stato nelle campagne locali, totalmente abbandonate e in mano a pochi. L’imprenditore è parte civile, con l’avvocato Rocco Fasciana. I due imputati, difesi dall’avvocato Nicoletta Cauchi, già in fase di indagine, hanno respinto gli addebiti. Per la difesa, non ci sarebbero prove per individuare possibili responsabilità. Il gup del tribunale ha però accolto la richiesta di rinvio a giudizio e i due pastori dovranno presentarsi a processo.