Gela. Si continua a parlare di termovalorizzatori. Nelle scorse settimane abbiamo ascoltato i pareri contrastanti di politici ed esponenti locali e i cittadini sembrano aver preso lentamente coscienza di cosa sia concretamente un termovalorizzatore . I dubbi sembrano via via scemare e la presa di posizione da una o dall’altra parte non tarda ad arrivare. In molti sperano che le nuove tecnologie bastino per attenuare l’impatto eco ambientale che potrebbe colpire un territorio già gravemente segnato dall’industrializzazione degli anni 50.
“ Con il termovalorizzatore si creerebbero non solo posti di lavoro ma anche la possibilità di avere una città più pulita- hanno dichiarato i cittadini- è solo cattiva volontà politica se non riusciaMo a ripartire,sotto nessun punto di vista.”
In una città fortemente segnata dalla pandemia la voglia di ripartire è il punto che unisce quasi tutti i cittadini che concordano ,in un modo o nell’altro , nella necessità di creare nuovi posti di lavoro. Secondo alcuni cittadini se il termovalorizzatore garantisse un impiego a lungo termine ai tanti disoccupati della città la situazione non potrebbe che migliorare,l’economia tornerebbe a girare e tutto il paese ne gioverebbe. Tanti rimpiangono il colosso Eni che seppur abbia provocato seri danni di salute ha permesso alla città di fiorire e raggiungere un tenore economico invidiabile fino alla chiusura della raffineria che dava lavoro a centinaia di famiglie della città e dei paesi circostanti.
Vorrei ricordare ai gelesi che si sono appena “liberati” della raffineria è il caso di affondare la città con un termovalorizzatore?