Gela. Come riportato da questa testata, le sorti della terapia intensiva, già finanziata da Eni, sono in mano al manager Asp Alessandro Caltagirone, che già entro gli ultimi mesi dello scorso anno avrebbe dovuto siglare la convenzione e far partire i lavori. I manager del cane a sei zampe attendono, ma a Palazzo di Città pezzi importanti della maggioranza del sindaco sono stanchi di aspettare, soprattutto in una fase così delicata dell’emergenza sanitaria. “Ringraziamo la società Eni per lo sforzo e l’impegno profusi, riteniamo però inaccettabile che tutto si blocchi per la mancanza di una apposita convenzione. È inutile ricordare l’importanza della terapia intensiva per il nostro nosocomio – dicono gli esponenti di “Una Buona Idea” – in particolar modo in questo periodo in cui stiamo lottando contro una pandemia che non dà tregua”. Il gruppo, che in giunta ha come riferimento il vicesindaco Terenziano Di Stefano e schiera all’assise civica i consiglieri Davide Sincero e Rosario Faraci, non intende più accettare ulteriori alibi burocratici e chiede addirittura la sostituzione dell’attuale manager Alessandro Caltagirone.
“Per questo motivo, siamo costretti, nostro malgrado, ad avanzare una richiesta estrema ma coerente con la gravità di questa inefficienza – aggiungono – chiedere all’assessore regionale Ruggero Razza di sostituire l’attuale dirigente dell’Asp Cl2 perché è palese che sia lontano dalle esigenze del territorio ed inoltre lo invitiamo a trovare una soluzione che sia la migliore per la nostra collettività, a prescindere dai colori o dagli appetiti politici”. Quella che arriva dal gruppo civico di “Una Buona Idea” è una bordata, anche politica, nei confronti di un management Asp che ancora oggi non ha fatto partire i lavori della terapia intensiva, nonostante il finanziamento della multinazionale. Caltagirone, non è un mistero, è sostenuto da altre forze politiche della maggioranza del sindaco.