Telefoni cellulare tra i detenuti dell'Ucciardone, anche due gelesi: parte il giudizio
Tra chi avrebbe usufruito di questo escamotage, due gelesi

Gela. Il procedimento proseguirà, come deciso dal giudice del tribunale di Palermo in fase predibattimentale. In aula, si tornerà a maggio. In base alle accuse, all'interno del carcere “Ucciardone” circolavano telefoni cellulare, che avrebbero consentito a un gruppo di detenuti di avere contatti con l'esterno. Tra chi avrebbe usufruito di questo escamotage, due gelesi, ristretti in quel periodo, Emanuele Curvà e Graziano Gaspare Romano, difesi rispettivamente dagli avvocati Rosario Prudenti e Carmelo Brentino. L'inchiesta toccò trenta coinvolti, tutti appunto detenuti nel carcere del capoluogo siciliano. Gli accertamenti condotti dagli agenti della penitenziaria permisero di arrivare ai telefoni.