Gela. Sabato scorso, 7 maggio, la compagnia Il piccolo teatro di Biagio Pardo, nel rinnovato teatro Antidoto di Macchitella, ha portato in scena un collage di opere teatrali aventi in comune uno dei temi più tragici che la storia umana ricordi: l’amore malato. Ne è risultata un’opera unica nella struttura, pur se sfaccettata come un poliedro, a cui è stato dato il titolo Noi donne, ma soprattutto madri.
Mai come in questo caso, ha avuto torto chi da questo spettacolo si è tenuto lontano. Intanto è stato ancora una volta smentito il pregiudizio che vuole che la gente sia disposta ad andare a teatro unicamente perché le venga suscitata qualche crassa risata. Spettacolo impegnato quello costruito da Biagio Pardo, molto applaudito, segno che la gente, e di questo personalmente sono sempre stato convinto, è più matura di quanto certi operatori del settore vanno cianciando in lungo e largo per la penisola e, maggiormente, per la nostra isola.
La verità è che la gente vuole che le si tocchi il cuore e la compagnia di Biagio Pardo è riuscita nell’intento, grazie alla sua riconosciuta sensibilità ma anche al cast di attori che hanno saputo tradurre in emozioni i testi di Verga (la Lupa e la Cavalleria rusticana), di Euripide (Medea), di Pirandello (La favola del figlio cambiato). Filo conduttore l’amore di madri che manifestano il loro amore nella forma più patologica, con esiti irrevocabilmente tragici; ma anche l’amore incondizionato e irrinunciabile di una madre nei riguardi di un figlio che le è stato sottratto con l’inganno.
Le scene, opportunamente limitate all’essenziale, avevano semplicemente il compito di fare da supporto ai contenuti, ai toni, alle cadenze, alle atmosfere create dalla presenza e dalla capacità degli attori di occupare tutto lo spazio scenico. Attori che rispondono ai nomi di Liliana Nicosia e Palmira Pardo, vecchie conoscenze di provato talento, ma anche di Sabrina Comunale, Alice Palumbo, Giusy Vella, Antonio Lo Bartolo, piacevoli rivelazioni. Degne di nota, per le voci fuori campo, le registrazioni di Giovanni Marco Pardo.
Un lavoro corale nella sostanza, senza tempi morti, senza mai una caduta di tensione artistico-morale. D’altronde, Biagio Pardo non è nuovo nell’affrontare temi e testi piuttosto impegnativi come lo è stato, per esempio, con l’opera di Garcia Lorca, La casa di Bernarda Alba, che Il Piccolo Teatro di Gela ha portato in varie piazze della Sicilia raccogliendo premi e consensi. Anche questa volta, il pubblico, alla fine, ha onorato e gratificato Biagio Pardo e la sua compagnia con un lungo e caloroso applauso. Quasi due ore di buon teatro!