Gela. Le prove di dialogo ci sono state, ma tra il Pd locale e il sindaco Lucio Greco manca una vera base politica per un confronto, anche solo istituzionale. Il tavolo comune su temi come la ripresa industriale e l’agricoltura è rimasto “parcheggiato” tra le proposte avanzate dai dem, senza mai concretizzarsi. “Devo dire che ogni tanto ci vorrebbero coraggio e determinazione nell’assumere delle scelte, ma il sindaco preferisce garantire gli equilibri interni alla sua coalizione – dice il segretario cittadino del Pd Guido Siragusa – così da avere i numeri in consiglio comunale. La politica degli equilibri non produce nulla se non veti incrociati. La nostra proposta, di assoluto buon senso, l’hanno voluta far passare come un tentativo di avvicinamento politico o una ricerca di posti. Posso dire che non hanno capito nulla. Senza un’infrastrutturazione, con la via del mare, e in assenza di collegamenti efficienti, anche via terra, come si pretende di progredire? Misure come la Zona economica speciale sono calate dall’alto, ma siamo già in ritardo rispetto a molte altre aree dell’isola. Lo sviluppo non si fa con le piste ciclabili e la manutenzione dei marciapiedi. Sono certamente utili, ma parliamo di ordinaria amministrazione. Anche sull’agricoltura, il nostro progetto per il ciclo delle acque reflue sta trovando riscontro tra gli agricoltori ed è una delle poche soluzioni da mettere in campo. Sulle dighe, tutto è fermo. Se l’amministrazione comunale non si muove, l’azione del nostro partito non potrà essere efficace fino in fondo. Gli agricoltori non hanno l’acqua e questo è l’unico vero dato di fatto”. Era stato proprio Siragusa a rivolgersi pubblicamente al sindaco, lanciando un dialogo “sui temi”. Sembrava che si potesse arrivare all’incontro, ma ormai pare troppo tardi. I dem si sarebbero aspettati una risposta diversa dall’avvocato Greco. Siragusa è tra quelli che, all’interno del partito, condivide pienamente l’attenzione sulla “questione morale”. La recente indagine che si muove intorno alla gestione dell’Ipab “Aldisio” fa emergere “un quadro sconfortante”, così spiega il segretario del Pd. “Sono e rimango garantista – aggiunge – i processi si fanno nei tribunali e non in altri ambiti. Da oltre un anno, segnaliamo la nostra forte preoccupazione, in un quadro generale. Non dimentichiamo gli incendi delle vetture di consiglieri comunali ed esponenti politici locali. Sono segnali preoccupati e l’attenzione deve essere massima. E’ vero che emerge un quadro sconfortante. Attenzione, però, io diffido dai garantisti a corrente alternata. In campagna elettorale, probabilmente, qualcosa non è andata come avrebbe dovuto. E’ preoccupante il fatto che aumentino le perquisizioni anche ai dirigenti comunali. Bisogna avere massima attenzione e la barra deve rimanere dritta. Soprattutto quando si tratta della cosa pubblica e della collettività, serve essere fermi quando c’è da dire no”. Il Pd, in città, sta attraversando una fase politica che culminerà con il voto delle regionali. L’obiettivo è mantenere una propria rappresentanza locale. Visioni diverse ce ne sono e non tutto è canalizzato in un’unica direzione. Siragusa qualche nota a piè di pagina l’aggiunge.
“Il partito cittadino parla per bocca del segretario e io mi assumo tutte le responsabilità delle scelte fatte da quando ho ottenuto la segreteria – conclude – mi interessa far crescere questo partito e dare spazio ai giovani. La nostra deve essere anzitutto una crescita etica. Il segretario cittadino è uno e non ce ne sono altri, almeno fino a quando rimarrò in carica. Mettiamo da parte voci e chiacchiericci. Il Pd è uscito dalla giunta Greco per motivi politici, che oggi non si sono risolti, anzi sono acuiti. Non ci sono condizioni per fare altre scelte. Siamo all’opposizione ma sempre pronti ad intervenire nell’interesse della città. Devo dire che Greco ha mancato di tatto quando nel commentare la proposta di un tavolo sui temi dichiarò di aver parlato con il segretario provinciale del partito. Quello che può dire il segretario provinciale non impegna direttamente il partito cittadino. Il Pd non è una caserma e non c’è un padrone. Il partito non attua la politica dei due forni, questo sia chiaro. La linea politica non cambia. Chiaramente, non posso ritenermi responsabile rispetto ai comportamenti dei singoli”. Tra scelte per le regionali e il progetto del polo progressista, “che si farà anche in città”, i dem sembrano nettamente distanti da Greco e dalla sua giunta. Nelle stanze della segreteria locale, probabilmente, c’è chi ha voluto mettere le cose in chiaro, evitando troppe sovrapposizioni decisionali, anzitutto nel rapporto con il segretario provinciale Peppe Di Cristina.