Gela. Dovevano rimanere in quarantena precauzionale, ma la comunicazione ufficiale gli è pervenuta solo dopo la scadenza dei quattordici giorni previsti da Asp. In sostanza, per quindici persone la quarantena non c’è mai stata, nonostante avessero fatto accesso nei locali Fidas, negli stessi giorni nei quali fu segnalata la presenza di un utente positivo. I quindici, invece, hanno continuato a muoversi liberamente, senza aver mai ricevuto una segnalazione ufficiale. Il Comune li ha informati soltanto della fine del periodo di quarantena, in realtà mai iniziato. “Abbiamo rispettato tutti i protocolli di sicurezza come sempre – spiega il presidente della Fidas Enzo Emmanuello – non appena abbiamo individuato il caso di positività è stata subito comunicata la lista dei contatti all’Asp”.
“Per quanto ci riguarda – continua Emmanuello – abbiamo provveduto autonomamente alla quarantena dei nostri collaboratori e sollecitato più volte l’azienda ospedaliera a informare tutte le persone della lista”.
Per quel che riguarda Asp i protocolli anti-Covid, questa volta, sono andati in tilt.
Addirittura, i quindici hanno ricevuto una comunicazione, neppure in busta chiusa, che conteneva i dati personali di ognuno di loro. Una “svista” burocratica e organizzativa che lascia spiazzati, soprattutto in una fase così delicata come quella che sta vivendo la città, in termini di contagi da Covid.
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Salve
Anche la fidas avrebbe dovuto salvaguardare i suoi cari se così li considera Donatori, così come ha fatto per i suoi dipendenti.
Siamo in mano a nessuno e sono pure un donatore
Speriamo Dio ci aiuti