Tabaccherie, una stazione di servizio e un market, rapine in città: chieste condanne

 
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Immagini di repertorio

Gela. Avrebbero colpito, armati, in diverse attività commerciali della città. Rapine che negli scorsi anni furono ricostruite dai pm della procura e dagli investigatori. Dietro ai colpi ci sarebbero stati Saverio Di Stefano e Giovanni Simone Alario. A Di Stefano viene imputata la partecipazione diretta a tutte le rapine ricostruite, ai danni di due tabaccherie, di un supermercato ad Albani Roccella e di una stazione di servizio a Caposoprano. Alario, secondo le accuse, lo avrebbe invece spalleggiato in due colpi. Entrambi hanno diversi precedenti penali e per loro il pm Antonio Scuderi, al termine della requisitoria, davanti al gup Marica Marino, ha chiesto la condanna. Sette anni e cinque mesi per Di Stefano e cinque anni e dieci mesi per Alario. Le difese, sostenute dagli avvocati Cristina Alfieri e Francesco Enia, hanno optato per il giudizio abbreviato. Nelle conclusioni, hanno ripercorso i fatti, sottolineando tra le altre cose come non ci sarebbero certezze effettive sula partecipazione degli imputati ai colpi. Il giudizio abbreviato è stato scelto anche dalla difesa di un altro imputato, il collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano, accusato invece di estorsione per un “cavallo di ritorno”, a seguito del furto di un ciclomotore. Nei suoi confronti, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a cinque anni.

E’ difeso dal legale Vania Giamporcaro. Gli inquirenti risalirono inoltre al ruolo di un giovane, Mario Cammalleri, collegato al “cavallo di ritorno”. I titolari di due attività commerciali rapinate si sono costituiti parti civili, rappresentati dall’avvocato Carmelo Tuccio, che ha concluso sostenendo le richieste di condanna avanzate dal pm. La decisione del gup dovrebbe arrivare la prossima settimana.

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