Gela. In primo grado, nel febbraio di un anno fa, arrivarono condanne a nove mesi di reclusione ciascuno, con pena sospesa. Il giudice del tribunale di Gela individuò responsabilità di manager e tecnici Eni nella fuoriuscita di idrocarburi e benzina da una delle linee del serbatoio S-314 della raffineria di contrada Piana del Signore. Le pronunce vennero emesse nei confronti dell’allora amministratore delegato di raffineria Bernardo Casa, di Salvatore Lo Sardo (che era responsabile del parco generale serbatoi) e degli operatori Giuseppe Torrisi e Paolo Di Mario. L’assoluzione per uno dei capi d’accusa venne disposta solo per Casa e Lo Sardo. La prescrizione invece maturò per tutti gli imputati per un’altra delle contestazioni mosse. Anche la società Raffineria di Gela è stata ritenuta responsabile di illecito amministrativo, con l’obbligo del pagamento di quarantamila euro. Quelle decisioni sono state impugnate dalle difese, con gli avvocati Gualtiero Cataldo, Grazia Volo, Attilio Floresta e Antonio Gagliano. Davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, sono già stati sentiti i consulenti individuati dai magistrati, che hanno confermato quanto emerso con la sentenza di primo grado, individuando responsabilità per gli effetti prodotti dai mancati interventi che non consentirono di bloccare da subito la fuoriuscita. Versione del tutto differente è stata invece fornita dai consulenti delle difese, che sono stati sentiti ieri in aula. Hanno escluso eventuali contaminazioni del sottosuolo e anche la corrispondenza tra gli idrocarburi tracciati nel corso dei controlli e quelli contenuti nella linea del serbatoio S-314. Secondo la ricostruzione, gli imputati avrebbero agito rifacendosi a quanto previsto dalle funzioni svolte in raffineria. Due tesi del tutto differenti, che dovranno essere valutate dai giudici di secondo.
Probabilmente, la decisione arriverà a fine mese. Al termine del giudizio di primo grado, venne riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, l’associazione “Amici della Terra-Gela” (con il legale Joseph Donegani) ed enti territoriali come il Comune e la Provincia di Caltanissetta, con gli avvocati Maria Concetta Cosentino e Stefania Valente. Dai loro banchi, hanno sempre spiegato che i mancati interventi per arginare la perdita sarebbero dipesi da responsabilità dell’intera filiera dei controlli, con la sottovalutazione di quanto sarebbe poi potuto accadere.