Gela. Piccola premessa. Non c’è persona che sia più lontana di me dall’affermare che il cinema italiano fa schifo,
molto meglio gli anglofoni o i francesi, sono convintissimo che l’Italia produca ogni anno ottimi film ma in questa stagione, il mercato impone l’uscita di quel certo tipo di commedia, con casi riusciti però niente di memorabile quindi, posso affermare con sicurezza che il miglior film dell’ultimo periodo sia “Sully” di Clint Eastwood.
Tratto da una storia vera. L’ex cowboy senza nome di Sergio Leone è rimasto ovviamente conquistato dall’incredibile storia di Chesley “Sully” Sullenberger, esperto pilota di linea divenuto un eroe dopo aver praticato un ammaraggio perfetto sul fiume Hudson a New York salvando 155 persone tra passeggeri ed equipaggio, il velivolo aveva perso entrambi i motori a causa di una collisione con uno stormo di uccelli, i fatti risalgono al 15 gennaio 2009.
Il film. Oltre agli avvenimenti citati, “Sully” racconta l’angoscioso seguito d’ incidenti di questo genere, si apre un inchiesta e il comandante, un Tom Hanks commovente che negli ultimi anni si sta ricordando di essere Tom Hanks, viene accusato di sconsideratezza perché ammarando è contravvenuto ai suggerimenti della torre di controllo di atterrare in un aeroporto vicino. L’ottima regia regala un’ opera totale grazie alla perfetta integrazione tra il protagonista e i ruoli minori. Tom Stern, ormai direttore della fotografia fisso di Eastwood, sperimenta un formato più ampio volto a rendere più coinvolgente l’impatto delle immagini e usando un predominante filtro blu elettrico, le ombre e i chiaroscuri riproducono e procurano lo stesso stato d’animo degli attori.
Temi trattati. Spinto dal suo conosciuto e naturale patriottismo, il regista vuole raccontarci quella che appare come una storia di eroismo cara agli americani ma non solo. I dubbi che assalgono Sully, dopo le accuse, circa la propria condotta scavano all’interno del senso di colpa dei giusti, chi fa del bene lo fa mettendosi in discussione, chiedendosi se si sta sbagliando oppure no. Quest’opera è però, un manifesto di umanità, il protagonista è un eroe atipico, non è pieno di sé, anzi, a tratti è anche sommesso, l’autore ci dice che l’eroismo non esiste, questa non è un’affermazione pessimistica perché significa che un atto di eroismo è in realtà alla portata di tutti, non solo di pochi privilegiati. Infine, l’elemento umano, questo film ne celebra il trionfo, in una società sempre più dominata da automatismi, tecnologici e morali, l’uomo rischia di essere sempre sopraffatto dagli eventi naturali indipendenti dalla propria volontà, come uno stormo di uccelli che manda in avaria i motori di un aereo. L’essere umano può riprendere il controllo della propria vita attraverso l’intuito, l’ingegno e la tenacia, doni che rendono l’uomo un esemplare unico in natura.
Considerazioni. Se il Clint Eastwood attore è stato accusato di eccessiva freddezza, l’equivalente regista si dimostra ancora una volta un maestro della rappresentazione dei sentimenti. Come un Virgilio delle emozioni riesce con la finzione a ricreare sensibilità vera e guidare lo spettatore verso l’empatia con i suoi personaggi.