Gela. Prezzi all’ingrosso alle stelle e tariffe idriche al di sopra di ogni media nazionale. L’acqua spa è un salasso per le famiglie che, sul territorio, mediamente arrivano a pagare anche più di 500 euro, con picchi elevatissimi, anche fino a duemila euro. Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil rilanciano l’allarme, ma questa volta ritengono che si debba seguire quanto deciso dal Tar Palermo, che ha bocciato una delibera della Regione che fissava il costo di approvvigionamento da Siciliacque. “Come organizzazioni sindacali – dicono i confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – continueremo a seguire con particolare attenzione gli sviluppi di una situazione complessa, ben sapendo che, come ribadito dalla recente sentenza e dai profili d’incostituzionalità dei provvedimenti impugnati, la fissazione delle tariffe spetta esclusivamente ai Comuni. E’ chiaro però che se non diminuirà il prezzo all’ingrosso, gli enti che usufruiranno dei contratti di fornitura ribalteranno sull’utenza i costi sostenuti con ricarichi gestionali basati su tariffe molto più alte, rispetto a quelle in vigore in tante altre parti d’Italia”. La gestione privata, che non dà grandi servizi pretende però tariffe molto pesanti, pur in una città dove l’acqua è merce rara. “Siamo ripetutamente intervenuti rimarcando l’assenza di investimenti sulle reti idriche e tariffe di livello esorbitante se confrontate con altri territori nazionali – dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil – prendiamo il caso delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna dove il costo annuo si aggira sui 500 euro contro la media nazionale di 376. Gli enti gestori del servizio applicano delle tariffe esose facendo registrare medieintorno a 500. Nel caso di Siciliacque, 0,6960 centesimi di euro/mc è pari a circa il triplo del corrispettivo tariffario che gli enti gestori sono tenuti ad applicare. Lo si evidenza anche nella sentenza emessa dal Tar Palermo a fronte del ricorso presentato dall’Amap Spa contro una delibera della giunta regionale che, per il periodo regolatorio 2016-2019, ha applicato tariffe all’ingrosso reputate illegittime”.
L’acqua troppo spesso non c’è, ma si paga cara. Tocca alla nuova Ati idrica, del presidente Massimiliano Conti, prendere una posizione chiara, anche sul futuro del contratto stipulato con Caltaqua.