Sull’Eni l’outing del Pd…Fasulo ha firmato per un “bagno di sangue”, rivogliono la verginità? Siciliano fa lo “statista” ma cade il numero legale

 
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Gela. Non c’erano i sindacati, non c’era il presidente della Regione Rosario Crocetta, mancavano referenti ministeriali.

Tutta colpa di Fasulo? Alla convocazione del presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia hanno risposto solo i deputati regionali Pino Federico e Giuseppe Arancio, oltre al dirigente Alessandro Ferrara. La seduta monotematica sulla vicenda Eni, a cominciare dagli sviluppi del protocollo d’intesa di tre anni, è servita solo a capire che il Pd, come ha spiegato la grillina Virginia Farruggia, ha deciso di fare “outing” politico, sconfessando l’esperienza dell’ex sindaco dem Angelo Fasulo. Oggi, agli occhi del gruppo consiliare del suo stesso partito, è lui che ha fatto il grande errore, quello di apporre la firma ad un “bagno di sangue” occupazionale. Un ex sindaco attaccato dai suoi e quasi difeso, nella dialettica politica, dagli altri, a cominciare da Sicilia Futura. Per il resto, è chiaro che, almeno sulla vicenda Eni, stia nascendo una sorta di coalizione trasversale che tocca il centrodestra, i grillini e anche una parte del centrosinistra, tutta in chiave anti Pd. Insomma, ai dem vogliono far pagare i drammatici errori di tre anni fa, e non solo. L’amministrazione comunale sembra guardare con interesse allo scontro in atto e il vicesindaco Simone Siciliano ne ha approfittato per fare lo “statista”, con un intervento che, senza attaccare nessuno, gli ha fatto prendere punti, magari non dai banchi del Pd, ma certamente da quelli di molti altri gruppi politici presenti in aula. Peccato che la vicenda, ritenuta strategica per le sorti più immediate dell’economia locale, si sia conclusa con lo stesso trito copione, la caduta del numero legale. Alla fine, c’erano “quattro gatti” presenti in aula, come ha detto il consigliere Salvatore Sammito.  

“Un bagno di sangue”. “Cinquanta milioni di euro persi tra diretto e indotto di raffineria. Da ventimila a diecimila barili nella produzione di Enimed. I consiglieri che avevano chiesto di salvaguardare i livelli occupazionali avevano ragione. Quel protocollo è stato un bagno di sangue”. Lo ha detto il consigliere comunale del Pd Guido Siragusa, in apertura della seduta. “Gela muore sotto i colpi del protocollo di tradimento – ha detto Vincenzo Cascino della Lista Musumeci – Renzi ha scelto di trasferire la raffineria da Gela a Livorno”. All’amministrazione comunale mancano veri referenti nazionali per ottenere risultati dall’Accordo  di programma? Un punto sollevato da Luigi Di Dio di Energie per l’Italia. “Non limitiamoci alle polemiche politiche – ha spiegato – c’è un Accordo di programma sul quale lavorare, ma entro i prossimi tre anni dobbiamo dare risposte. La questione non riguarda l’appoggio a Messinese, ma alla città”. “Non ci sarà un bilancio regionale, quali somme dovrebbero spendere per l’Accordo di programma? La giunta non dialoga neanche con i deputati regionali della città – ha detto Carmelo Casano di Articolo 1 – l’unica soluzione è firmare la sfiducia a questa giunta”. Un affondo alla vecchia e alla nuova giunta è arrivato ancora dai banchi del Pd. “Come la giunta Fasulo anche questa pecca di arroganza – ha detto il vice capogruppo Carmelo Orlando – noi consiglieri siamo incapaci anche di dare risposte ai cittadini che ci pongono domande”. “Quale accordo di programma? Non riusciamo a sistemare pochi padri di famiglia – ha attaccato il consigliere comunale del Megafono Maria Pingo – a me, la politica non piace. E, adesso, cosa facciamo? Critichiamo la giunta Fasulo di due anni fa?”.

La parola…ai deputati. I deputati regionali presenti in aula, come era prevedibile, non hanno perso l’occasione. “Ci voleva, probabilmente, molto più coordinamento – ha detto il forzista Pino Federico – questa sera, servivano presenze maggiori. Ci volevano un rappresentante del governo e il presidente della Regione. Dovete chiedere un intervento immediato. Avete il dovere di coinvolgere tutte le forze politiche rappresentate in questo consiglio, non potete far pagare il vostro isolamento politico a tutta la città”. “Un protocollo che andava firmato con garanzie occupazionali diverse – ha detto il deputato regionale del Pd Giuseppe Arancio – ma, adesso, è necessario attivare collegamenti certi, a partire dal ministro Claudio De Vincenti. Il nostro mandato all’Ars è in scadenza ma noi deputati ci siamo”.

“Il Pd rivuole la verginità politica”. La linea del Pd è stata confermata dal capogruppo Vincenzo Cirignotta. “Non tutto sta funzionando come avevamo pensato – ha spiegato – prima della firma del protocollo del novembre di tre anni fa, noi consiglieri comunali del Pd avevamo chiesto la massima garanzia per la tutela dei posti di lavoro. Questo protocollo non va bene e l’amministrazione comunale, in questi ventiquattro mesi, ha pensato, sbagliando, di essere autosufficiente. Andiamo a rinegoziare l’intesa, a partire da un aumento delle compensazioni”. Gli strumenti di finanziamento, almeno per i tecnici della Regione, ci sarebbero, ma la città deve guardare anche oltre l’industria. “In Regione lavoriamo costantemente per questo territorio – ha detto il dirigente regionale Alessandro Ferrara – attenzione, però, a non confondere il protocollo d’intesa con gli altri strumenti di finanziamento. I fondi ci sono, compresi circa cinquanta milioni dell’accordo concluso per Termini Imerese e mai utilizzati. Non dimentichiamo, però, la necessità di non limitarsi al solo aspetto industriale. La stessa Corte dei conti regionale parla dei beni culturali come il vero oro nero di questo territorio”. Per i grillini, però, dietro alla vicenda Eni ci sono enormi responsabilità politiche. “Il Pd del protocollo d’intesa – ha spiegato Vincenzo Giudice – attacca il suo ex sindaco Angelo Fasulo. Questa è una presa in giro. Cosa vogliono fare? Ritornare vergini in vista della prossima campagna elettorale? Forse, l’attuale amministrazione ha, addirittura, molte più responsabilità di quella precedente”. “Il Pd fa outing, ne prendiamo atto – ha aggiunto l’altra grillina Virginia Farruggia – ma quelli che hanno sbagliato, cosa vogliono adesso? Sbagliare di nuovo? No, basta solo che vadano a casa. Ci vogliono bonifiche, risanamento, cultura e turismo. I costi sociali chi li ha calcolati? Il futuro di questa città non è Petroltecnica”. Accuse al Pd sono arrivate dal forzista Salvatore Scerra. “Da due anni ci prendono in giro, addirittura avevano anche strappato le tessere del partito fino a quando non si fosse risolta la vertenza Gela – ha detto – e i risultati dove sono? Di chi è la colpa? Mia che siedo in quest’aula solo da due anni? Questa seduta è veramente poco utile, ci vogliono azioni concrete”.

Siciliano fa lo “statista”. Un lungo excursus, quello del vicesindaco Simone Siciliano, presente in aula a rispondere ai consiglieri. “La nostra giunta – ha spiegato – è riuscita ad ottenere l’attivazione di tavoli istituzionali fondamentali, per consentire che il protocollo d’intesa e l’Accordo di programma non rimanessero lettera morta. Stiamo lavorando e l’11 luglio i funzionari ministeriali saranno in Sicilia a presentare i risultati dell’attività svolta sulla portualità. La call di Invitalia ha prodotto 491 schede progettuali e 431 di queste sono coerenti con la linea di sviluppo definita. Parliamo di un investimento complessivo da oltre un miliardo e mezzo di euro. Né la Regione né il governo nazionale hanno questo tipo di finanziamenti subito disponibili, ma gli strumenti esistono. Vi chiedo solo di fare sistema”. Le acque agitate nel centrosinistra sono ancora piuttosto increspate. “Noto che qualcuno attacca un sindaco non più in carica – ha detto il capogruppo di Sicilia Futura Giuseppe Ventura rispondendo alle critiche dei dem – mi fa piacere che il vicesindaco Simone Siciliano, in più occasioni, abbia ribadito che quanto accaduto alla raffineria non è collegato alla firma del protocollo di tre anni fa. Mi auguro che sulla questione Eni non si faccia populismo becero, lanciando la campagna elettorale per le regionali”. Poi, tutti a casa, senza numero legale e con buona pace della vertenza Gela.

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