Gela. L’amministratore delegato di Enimed Eugenio Lopomo, ieri nel corso del dibattito in consiglio comunale sui prossimi investimenti della multinazionale, ha spiegato senza troppi giri di parole che il progetto “Argo-Cassiopea”, con la base gas, non porterà royalties nelle casse del municipio. A beneficiarne, a norma di legge, saranno solo il governo nazionale e la Regione. A Palazzo di Città, invece, continueranno ad entrare quelle “oil”, legate all’estrazione petrolifera, anche se con numeri del tutto ridotti rispetto al recente passato. Soluzioni praticabili in vista non se ne intravedono. Nel documento finale, approvato dall’assise civica e appoggiato da tutte le forze politiche, è però previsto che l’amministrazione comunale spinga con la Regione per ottenere i due terzi delle royalties sul gas, così da reinvestire i fondi in infrastrutture e bonifiche. La proposta, accolta dal consiglio, porta la firma del Movimento cinquestelle. Al consiglio comunale monotematico di ieri hanno partecipato i due deputati regionali Nuccio Di Paola e Ketty Damante, oltre al consigliere Virginia Farruggia. Farruggia e Di Paola hanno ottenuto di inserire nel documento destinato al sindaco, anche la “restituzione alla fruizione pubblica per scopi non industriali della fascia costiera, in attuazione delle previsioni di dettaglio così come previste nelle schede del Piano di Gestione Rete Natura 2000”, ma anche la possibilità di usufruire nuovamente, per finalità “turistiche ed economico-trasportistiche, della linea ferrata interna allo stabilimento ex petrolchimico”.
Punti che i grillini ritengono imprescindibili mentre il consigliere Farruggia ribadisce che il progetto dell’hub per il gas naturale liquefatto, che il presidente di raffineria Francesco Franchi ha del tutto ridimensionato (almeno su un piano di effettiva tenuta economica), già dall’inizio non ha mai convinto i pentastellati. “Vorrei ricordare che quando la vecchia amministrazione spingeva su questo fronte – dice il consigliere – noi eravamo l’unica forza politica ad opporsi perché già allora lo ritenevamo privo di visione”.