Gela. Mentre, oggi a Palermo, Eni e amministrazione comunale si confronteranno davanti al presidente della Regione Nello Musumeci, in città tutti i dipendenti della multinazionale si sono fermati. Otto ore di sciopero contro le posizioni assunte da Confindustria Energia. “Vogliono destrutturare il contratto collettivo”, dicono davanti ai cancelli della raffineria i segretari provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Catania. Il rinnovo del contratto è in bilico e a livello nazionale i dipendenti Eni hanno incrociato le braccia. “Non sono stati firmati i permessi di lavoro alle aziende dell’indotto di raffineria”, spiegano ancora gli organizzatori della mobilitazione.
Molti operai dell’indotto, però, hanno regolarmente lavorato in fabbrica. Ma alle preoccupazioni per il rinnovo contrattuale che non arriva, si aggiungono quelle sul futuro del maxi investimento sul gas della multinazionale. La base prevista rischia seriamente di saltare se la proroga della Via, attesa da circa due mesi, non arriverà, al massimo entro ottobre. Lunedì, durante un confronto Enimed-sindacati, è stato ufficializzato che i lavori sono fermi e senza novità a breve, l’intero investimento potrebbe andare incontro ad un muro invalicabile. I sindacati hanno sollevato la questione e ora anche politica e istituzioni devono muoversi.
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La lotta è sempre la risposta giusta per mantenere corrette relazioni industriali.