Gela. Stipendi d’oro ai manager? Peggio. Erano soldi non dovuti. Su questo sta indagando da mesi la Corte dei Conti, che ha aperto una indagine sul Consorzio Asi. La procura regionale ipotizza uno spreco di denaro pubblico ed un danno erariale rilevante.
La cifra si aggira sul milione di euro. Nel mirino dei magistrati amministrativi l’ex presidente Giuseppe Pisano e l’intero comitato direttivo, “reo” di aver corrisposto emolumenti a tre dirigenti. La Corte dei Conti per adesso si è limitata a richiedere tutta la documentazione contabile per verificare le responsabilità dei vertici del Consorzio Asi, formalizzando anche l’apertura di una istruttoria. L’indagine verte sui soldi corrisposti a tre dirigenti: il direttore generale Franco Gallo, Giuseppe Sutera Sardo, assunto nel 2007, ed infine l’ingegnere Enrico Burgio, nominato nel 2010 dopo la cessazione del servizio da parte di Sutera Sardo.
Quanto avvenuto in questi anni appare paradossale. Franco Gallo, ex sindaco, è vincitore di concorso. La Corte dei Conti non si spiega allora perché dopo la revoca dell’incarico a Gallo l’ente di contrada Brucazzi abbia continuato a pagargli lo stipendio. Secondo aspetto: perché l’Asi ha nominato un esperto esterno (Sutera Sardo), assunto con un contratto quinquennale nel 2007 quando già aveva nell’organico un dirigente di ruolo? Terzo quesito. Perché conferire l’incarico di direttore generale (con l’aumento di indennità che ne conseguiva) all’ingegnere Enrico Burgio, dirigente di seconda fascia nel 2010? Il comitato direttivo dovrà dimostrare che questi incarichi erano indispensabili poiché all’interno dell’ente non c’erano professionalità idonee. In caso contrario si configurerebbe un grave danno erariale, considerato che tra stipendi e indennità aggiuntive si sfiorano complessivamente quasi un milione di euro per gli anni “incriminati”. Tre le altre cose negli ultimi mesi la Guardia di Finanza ha più volte ispezionato gli uffici, chiedendo copie di delibere.