Gela. La loro forza criminale non si limitava alle azioni intimidatorie, ai danneggiamenti e alle minacce, gli stiddari volevano riprendersi il territorio anche con le forniture, soprattutto alimentari. Almeno tre esercenti del settore, messi alle strette e ormai stanchi di dar seguito alle imposizioni degli indagati, hanno scelto di denunciare tutto. E’ uno dei particolari che sta dietro al maxi blitz “Stella cadente”. Hanno dato seguito ai consigli dell’associazione antiracket “Gaetano Giordano”. “Li ho personalmente accompagnati a denunciare – dice il presidente Renzo Caponetti – con questa operazione è stata inferta una vera mazzata all’arroganza dei mafiosi”. Lui stesso, già da qualche tempo, pare avesse notato strani movimenti, con pregiudicati che spesso entravano in diverse attività commerciali della città. “Inizialmente, qualcuno negava – spiega ancora – sostenendo che si trattasse solo di clienti. Poi, però, iniziavano a raccontare delle richieste. Denunciare è fondamentale. Non è più come nel passato, oggi siamo un esercito e ci sono tutte le tutele necessarie”. Chi non si adeguava, finiva nel mirino degli stiddari. Incendi e danneggiamenti alle attività commerciali, da quanto emerge nell’inchiesta, si collegherebbero anche alle forniture. Caponetti non trascura neanche il fatto che alcuni capi del passato siano ritornati in libertà.
“In questo caso, la polizia e la squadra mobile di Caltanissetta hanno fatto un lavoro eccezionale – spiega ancora – bisogna denunciare e avere fiducia. C’è il fondo per le vittime che garantisce e nessuno viene lasciato solo. Soddisfazioni e ringraziamenti sono stati espressi dal Presidente della Fai Luigi Ferrucci, che domani sarà a Gela per una riunione interna del coordinamento regionale, e dal Presidente onorario Tano Grasso”.