Stidda a Brescia, compensazioni illecite per finanziare il clan: disposto il processo

 
0

Brescia. Vanno a giudizio, fissato per il prossimo febbraio, davanti ai magistrati del tribunale di Brescia. Il gup lombardo, questa mattina, ha disposto il processo per trentasette dei quaranta imputati nei primi due tronconi della maxi inchiesta antimafia “Leonessa”. Secondo i pm antimafia di Brescia, la stidda gelese aveva scelto la piazza della provincia lombarda per fare soldi, attraverso un fitto sistema di compensazioni illecite. Profitti milionari che sarebbero serviti a finanziare il gruppo. Un giro vorticoso, quello ricostruito dagli investigatori, che avrebbe assicurato consulenze e servizi di favore anche ad importanti aziende, in difficoltà con il fisco. Solo tre coinvolti hanno scelto il giudizio abbreviato. In totale, sono più di cento gli imputati. Per un terzo filone deve ancora essere fissata la data dell’udienza preliminare. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup Riccardo Moreschi, accogliendo le richieste dei magistrati antimafia, nei due tronconi che riguardano Rosario Marchese, Salvatore Antonuccio, Giuseppe Arabia, Antonella Balocco, Mario Burlò, Giuseppe Cammalleri, Gianfranco Casassa, Danilo Cassisi, Angelo Fiorisi, Carmelo Giannone, Giovanni Interlicchia, Giuseppe Nastasi, Roberto Raniolo, Salvatore Sambito, Corrado Savoia, Alessandro Scilio, Francesco Scopece, Luca Verza, Luisa Antonini, Valentina Bellanti, Roberto Bersi, Milena Beschi, Claudio Bina, Omar Bonazza, Richard Campos, Roberto Casassa, Matteo Collura, Simone Di Simone, Luca Faienza, Giuseppe Ferrari, Roberto Golda Perini, Salvatore Modica, Massimiliano Morghen, Michele Ortenzio, Maria Donata Prandelli, Flavio Prandelli, Nunzio Sciascia, Francesco Tallarita, Giuseppe Traiano ed Enrico Zumbo. Sono però stati stralciati almeno venti capi di imputazione che si riferiscono a presunte compensazioni illecite, ma nel periodo precedente all’ipotizzata costituzione del gruppo nella zona di Brescia. Su queste accuse dovranno decidere, per competenza territoriale, i pm della procura di Gela. Il gup lombardo ha accolto l’eccezione avanzata da uno dei difensori, l’avvocato Giovanna Zappulla. Dall’esito della maxi indagine, ad un certo punto intrecciatasi con quella “Stella cadente” portata avanti dai pm della Dda di Caltanissetta, è emerso che un ruolo fondamentale nel sistema delle compensazioni l’avrebbe ricoperto il consulente gelese Rosario Marchese, considerato ai vertici del gruppo.

I suoi affari si spostarono in diverse zone del nord Italia e iniziarono ad essere monitorati dagli investigatori. Marchese, già nel corso delle indagini, ammise solo alcune delle contestazioni, dicendosi estraneo ad ambienti mafiosi. Tutte le difese si sono opposte alla richiesta di rinvio a giudizio. A febbraio, inizierà il dibattimento, che già si preannuncia piuttosto complesso e ci sono ancora decine di altre posizioni da definire. Tra i difensori degli imputati, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Angelo Cafà, Rocco Guarnaccia, Maurizio Scicolone, Sinuhe Curcuraci, Roberto Lancellotti, Federico Gritti, Vanni Barzellotti, Patrizia Zanetti e Tommaso Vespo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here