Dopo l’inverno, il corpo si risveglia, ma ha bisogno di nuove forze per adattarsi alle diverse temperature e alle giornate più lunghe per non farsi vincere dalla stanchezza.
Capricci, cattivo umore, crisi di pianto sono i sintomi più frequenti dell’astenia primaverile. Le cause più frequenti sono lo stress, la sedentarietà, la vita in città o possono essere alcune malattie più frequenti in primavera. Lo stress può essere la conseguenza di prove impegnative, come le interrogazioni a scuola o le competizioni sportive. La sedentarietà (data dallo stare molte ore seduti, prima a scuola e poi davanti alla tv) e l’aria inquinata della città possono favorire nervosismo e stanchezza. Ma la stanchezza può essere la spia di alcune malattie. La rinite allergica da polline primaverile e l’asma bronchiale possono ridurre la capacità di ossigenazione dell’organismo e dare quindi stanchezza. Una gastroenterite, legata ad un cambiamento nell’alimentazione, con diarrea e perdita eccessiva di liquidi può portare un senso di forte spossatezza. Una carenza di emoglobina ( contenuta nei globuli rossi) o una carenza di ferro possono dare stanchezza, dolori alle gambe, palpitazioni e pallore. Dopo una attenta valutazione delle cause e avere escluso una eventuale causa patologica, occorre essere vicini al “bambino stanco” per stimolarlo e rassicurarlo che la stanchezza e’ solo passeggera e presto scomparirà.
Ma occorre ridare ” energia ” all’organismo. Con l’arrivo della bella stagione e’ necessario offrire al bambino la possibilità di ricaricarsi con qualche gita in campagna o al mare.
L’energia va presa anche dal piatto. E’ dagli alimenti che si ricava l’energia di cui si ha bisogno, per cui è importante prestare particolare attenzione in questo periodo alla dieta del bambino.
La colazione deve essere abbondante e fornire il 20 per cento delle calorie del giorno. Spesso i bambini più stanchi sono proprio quelli che saltano la colazione. Il primo pasto della giornata deve essere a base di latte o yogurt, cereali, fette biscottate. Il latte e’ un valido aiuto grazie al suo contenuto in triptofano e iodio che hanno una azione antidepressiva. Può anche essere a base di pane, formaggio e prosciutto. Non deve mancare la frutta che è ottima anche fuori pasto, perché ricca di vitamine e sali minerali. Dopo la colazione, il 40 per cento del fabbisogno calorico giornaliero va garantito dal pranzo; il 10 per cento dalla merenda e il rimanente 30 per cento dalla cena. A pranzo e a cena non devono mancare prodotti a base di amidi (pasta, riso, patate) ed alimenti ricchi di proteine pregiate (pesce, uova, formaggi, carni e legumi). La presenza di verdura servirà per integrare l’apporto di vitamine, sali minerali e fibra.
Occorre garantire al bambino il corretto apporto di nutrienti e quindi le giuste riserve energetiche.
Dottor Antonino Bianca Pediatra
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