Sponsorizzazioni Heraclea Volley, ci furono irregolarità per evadere il fisco: condanne confermate

 
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Gela. Almeno fino al 2014, ci furono irregolarità nella gestione dei rapporti tra la dirigenza dell’allora Heraclea Volley e alcuni imprenditori locali, che con le loro aziende e attività sponsorizzavano la compagine sportiva, in quel periodo impegnata nel campionato di serie B1 di pallavolo. Dopo le condanne di primo e secondo grado, la Corte di Cassazione non ha accolto i ricorsi avanzati dalle difese di Mario Invincibile, che fece parte della dirigenza, di Salvatore Smecca e Salvatrice Caffo, tra i coinvolti nell’inchiesta e le cui attività sarebbero state favorite dal rilascio di fatture per operazioni che gli inquirenti ritennero del tutto o in parte inesistenti. Le condanne sono definitive e sono state pubblicate le motivazioni dei magistrati romani. La condanna per Invincibile è a due anni di reclusione. Un anno e nove mesi per Caffo e un anno e sette mesi per Smecca. Le pronunce furono emesse tutte con pena sospesa nei precedenti gradi di giudizio. Sia il giudice del tribunale di Gela sia la Corte d’appello di Caltanissetta individuarono responsabilità in capo agli imputati. La Cassazione ha confermato. La procura generale ha concluso proprio per le condanne. Le difese, sostenute dai legali Antonio Gagliano e Flavio Sinatra, hanno ribadito, pure nei ricorsi in Cassazione, che le operazioni di sponsorizzazione furono regolari. Per gli inquirenti, invece, venne strutturato un sistema che permise alle aziende e alle attività commerciali degli imputati di evadere imposte sui redditi e sull’Iva. Stando agli accertamenti condotti dalla guardia di finanza, le somme versate, apparentemente al fine della sponsorizzazione, sarebbero poi ritornate a chi le elargiva. Un giro che sarebbe servito a eludere gli obblighi fiscali. Da quanto emerso, la mole di importi versati nel periodo preso in esame, per un totale di circa due milioni di euro, si rivelò del tutto sproporzionata rispetto agli oneri del team di volley.

Le difese, producendo documentazione e ricostruendo i rapporti tra Heraclea e società, hanno negato violazioni della normativa. Per i legali, la stessa società di volley avrebbe avuto tutte le condizioni per operare in regime fiscale agevolato, altro aspetto che l’accusa ha invece contestato. Erano già state prodotte foto e immagini per indicare l’esistenza dei marchi delle aziende sulle maglie della squadra e non solo. Nelle precedenti decisioni emesse, era stata disposta inoltre la confisca diretta di somme nei conti corrente degli imputati o di beni immobili o altre disponibilità, per un valore pari a quello delle imposte evase.

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