"Spezzatino Eni per i fondi esteri", Lorefice: "Da Scuvera reazione ipocrita"
"È sacrosanto che l’opinione pubblica, che questo governo caccia dal cilindro alla bisogna, sappia quale sarà il destino e chi prenderà realmente le decisioni industriali e occupazionali del gruppo Eni in Sicilia e a Gela", spiega Lorefice

Gela. Eni e il suo capitale sempre più in mano a fondi privati esteri e il senatore Pietro Lorefice, che ha posto la questione anche per il sito locale della multinazionale, non torna indietro. Contesta quanto riferito dal deputato regionale FdI Salvatore Scuvera, che ha parlato di “posizioni ideologiche” del senatore proprio sul tema di Eni. “Rimando al mittente le lezioncine di centrodestra che minimizzano il rischio di perdere il controllo pubblico su asset strategici. È sacrosanto che l’opinione pubblica, che questo governo caccia dal cilindro alla bisogna, sappia quale sarà il destino e chi prenderà realmente le decisioni industriali e occupazionali del gruppo Eni in Sicilia e a Gela. D’altro canto è scritto nei documenti ufficiali di questo esecutivo finto-sovranista che c’è un obiettivo di incasso di 20 miliardi dalle privatizzazioni. E' un fatto incontestabile che, mese dopo mese, sono stati ceduti pacchetti di Eni, Enilive e Plenitude, solo per limitarsi al perimetro del cane a sei zampe. Siamo allo spezzatino a favore di diversi fondi esteri. Quindi le scomposte e ipocrite reazioni di alcuni esponenti locali di Fdi, come il deputato regionale Salvatore Scuvera, lasciano il tempo che trovano”, dice Lorefice. “Di rassicurazioni basate sul niente, se non su una serie infinita di balle e contraddizioni, non ne possiamo più, e i 450 miliardi di euro aggiuntivi in dieci anni per il riarmo, nonostante le tante rassicurazioni vuote, sono il paradigma di un modo di fare politica che non solo ha stancato ma è chiaramente pericoloso. Non si chiama ideologia, ma trasparenza e onestà nei confronti dei cittadini”, conclude il senatore.