Gela. Sparò per intimidire un suo coetaneo, probabilmente a causa di precedenti dissapori personali. Un mese fa, al giovane operaio Andrea Romano è stata imposta la condanna a due anni e tre mesi. Non gli veniva contestato il tentato omicidio. Fece fuoco con una pistola, pare mentre l’altro giovane era in auto. Negli scorsi giorni, il collegio penale ha comunque revocato gli arresti domiciliari, accogliendo la richiesta della difesa, sostenuta dal legale Davide Limoncello. L’operaio non ha più altre restrizioni. I domiciliari gli erano stati concessi, con permessi lavorativi.
In aula, spiegò di essersi procurato una pistola perché pensava che l’altro giovane (parte civile con il legale Marco Granvillano) potesse essere a sua volta armato. Alla parte civile è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. La difesa di Romano probabilmente avanzerà appello avverso la decisione di condanna.