Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato la condanna a quattro anni di reclusione per il quarantenne Calogero Pirrone. L’accusa è di tentato omicidio. Per gli investigatori, avrebbe spalleggiato il sessantenne Luigi La Cognata che sparò ad un rivale, Antonio Fabio Argenti, tra le palazzine dello Iacp a Scavone. Per La Cognata la pena era già definitiva. Il gip, su iniziativa del difensore, l’avvocato Angelo Cafà, ha rideterminato l’entità dagli iniziali quattro anni e cinque mesi a tre anni e otto mesi. Secondo la ricostruzione investigativa, gli spari sarebbero arrivati al culmine di tensioni personali. La difesa, anche nel giudizio di appello per Pirrone, ha negato la sussistenza dei presupposti del tentato omicidio. Secondo il legale Cafà, Pirrone non avrebbe avuto alcun ruolo. Per entrambi i coinvolti cadde la contestazione mafiosa. Venne meno inoltre l’imputazione legata alla disponibilità dell’arma. Già in primo grado, davanti al gup del tribunale nisseno, in abbreviato, fu riconosciuta l’attenuante della provocazione.
Il ricorso in appello per Pirrone non è stato accolto e la procura generale ha concluso per la conferma. La difesa del quarantenne ha sviluppato elementi tesi a escludere una partecipazione ai fatti. Le motivazioni dei giudici di secondo grado saranno successivamente depositate. Sempre in primo grado, Argenti patteggiò rispetto al capo di accusa del favoreggiamento. E’ assistito dall’avvocato Rocco Cutini.