Gela. Esplose colpi di arma da fuoco senza comunque raggiungere un suo coetaneo, con il quale pare ci fossero stati dei dissidi precedenti, probabilmente legati ad una giovane. In settimana, davanti al collegio penale del tribunale, l’operaio Andrea Romano ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. E’ attualmente ai domiciliari, seppur con permessi lavorativi. Ha riferito che non aveva intenzione di colpire l’altro giovane. Avrebbe sparato dopo aver saputo che l’altro ragazzo forse aveva un coltello. Ha parlato di una giovane che pare fosse stata precedentemente maltrattata. Una versione che sarà al vaglio del collegio, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Martina Scuderoni ed Eva Nicastro). Sembra che gli spari partirono mentre l’altro giovane era a bordo di un’auto. Il collegio ha ammesso la costituzione di parte civile proprio di quest’ultimo, assistito dal legale Marco Granvillano.
L’imputato è invece difeso dall’avvocato Davide Limoncello. Le indagini iniziarono sulla base di quanto accaduto. Viene contestata la minaccia. Non emersero gli estremi del tentato omicidio. Gli investigatori risalirono a Romano. La decisione a chiusura del giudizio dovrebbe arrivare ad aprile.