Gela. A fine giugno, la sua posizione potrebbe essere definita. La difesa del giovane Giuseppe Peritore, accusato del tentato omicidio di via Venezia risalente allo scorso anno, ha formalizzato anche davanti al giudice la richiesta di rito alternativo, con l’abbreviato. L’imputato è accusato inoltre della detenzione di un’arma e gli viene mossa la contestazione mafiosa. L’inchiesta venne coordinata dalla Dda di Caltanissetta. Gli spari, esplosi mentre in due erano in sella ad uno scooter, furono indirizzati contro l’auto sulla quale viaggiavano Salvatore Azzarelli e la sorella. Rimasero feriti ma non in maniera grave. L’azione venne messa a segno in modo plateale, nel cuore di via Venezia e in pieno pomeriggio. Uno dei proiettili colpì un’altra vettura che percorreva il tratto, fortunatamente senza conseguenze. Chi agì aveva caschi integrali.
Nei confronti di Peritore, negli scorsi mesi, era stato disposto il giudizio immediato. Non ci sono mai state ammissioni di colpevolezza. Gli investigatori non escludono che gli spari potessero essere una ritorsione per fatti collegabili alla dimensione criminale. Il riesame annullò integralmente l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’altro indagato, Maicol Liardo. Venne rimesso in libertà. Le difese dimostrarono che in quelle ore si trovava fuori città.